Scopri Infinity+
Corporate
lifestyle03 novembre 2025

Allard Pierson, dove le mappe raccontano storie più grandi di noi

Il museo archeologico diretto dall'Università di Amsterdam e dedicato alle civiltà antiche custodisce una delle collezioni cartografiche più affascinanti d’Europa
Condividi:

Amsterdam custodisce un segreto che pochi conoscono, ma che vale il tempo di una visita. In una città dove i canali sono la scenografia e i musei si rincorrono a ogni angolo, l’Allard Pierson è un luogo che non si impone: si lascia scoprire. E non serve essere esperti di archeologia, storia o cartografia per apprezzarlo. Basta avere un briciolo di curiosità, perché è proprio quella che viene premiata, una volta entrati.

La storica sede dell’Allard Pierson si affaccia sui canali, cuore culturale di Amsterdam – Crediti: Allar PiersonLa storica sede dell’Allard Pierson si affaccia sui canali, cuore culturale di Amsterdam – Crediti: Allar Pierson

L’istituto prende il nome da Allard Pierson, primo docente di archeologia classica dell’Università di Amsterdam. Da fuori potrebbe sembrare l’ennesimo museo accademico, ma è molto di più. Dietro la sua imponente facciata neoclassica, che fu sede della Banca Centrale Olandese, si nasconde un archivio vivo, un crocevia di storie, idee, percorsi. Dal 2019 raccoglie in un’unica struttura il museo archeologico e le collezioni storiche della biblioteca universitaria: un’unione che ha dato vita a un vero centro di conoscenza.

Tra vasi etruschi, manoscritti medievali e grafica del Novecento, c’è un patrimonio che ammalia più di ogni altro: quello cartografico. Non a caso: nel Seicento, Amsterdam era la capitale mondiale della cartografia, e le mappe erano molto più di strumenti per orientarsi. Erano simboli di potere, merce di scambio, oggetti di prestigio. A volte persino opere d’arte. Oggi, all’Allard Pierson, le mappe tornano a essere quello che sono sempre state: narrazioni del mondo.

Mappa murale di Amsterdam del 1625: rarissimo capolavoro urbano acquisito dall’Allard Pierson nel 2023 – Crediti: Allard PiersonMappa murale di Amsterdam del 1625: rarissimo capolavoro urbano acquisito dall’Allard Pierson nel 2023 – Crediti: Allard Pierson

È difficile restare indifferenti. Davanti a una carta antica si può avvertire quella sensazione sospesa tra lo stupore e la vertigine: l’idea che tutto ciò che conosciamo, un tempo, era ignoto. Una delle opere più preziose, ad esempio, è un atlante manoscritto del 1490. Non ha la precisione delle mappe moderne, ma proprio per questo emoziona: ci mostra come si immaginava il mondo prima delle grandi scoperte, quando le distanze erano soprattutto mentali.

E poi c’è Amsterdam, la città stessa, raccontata in una mappa murale del 1625. Un pezzo rarissimo, acquisito dal museo nel 2023, che restituisce una fotografia precisa di una capitale in piena espansione. A guardarla si ha quasi l’impressione di poterci camminare dentro. Le strade, i canali, le case: tutto è lì, disegnato con una cura che trasforma la geografia in racconto urbano. È una delle mappe che colpiscono di più chi visita la sezione, perché mostra non solo un luogo, ma un’epoca.

Frederick de Wit, XVII secolo: mappa murale dell’America tra geografia, mito e potere visivo – Crediti Allard PiersonFrederick de Wit, XVII secolo: mappa murale dell’America tra geografia, mito e potere visivo – Crediti Allard Pierson

Altrettanto affascinanti sono le grandi mappe murali realizzate da Frederick de Wit alla fine del Seicento. Erano così belle e dettagliate che venivano appese nelle case dei mercanti come simbolo di prestigio. Oggi fanno parte del patrimonio permanente del museo e raccontano un’idea di mondo che univa scienza, estetica e ambizione. A colpire non è solo la scala — sono vere e proprie pareti geografiche — ma il modo in cui fondono precisione e immaginario. In una di esse, l’Europa appare quasi reinventata: più che un continente, un sogno da controllare.

In questo viaggio attraverso la memoria geografica, spiccano anche gli atlanti firmati da Willem e Joan Blaeu. Lavoravano nel cuore della città, in Kalverstraat, e le loro opere sono considerate il vertice assoluto della cartografia olandese. Basta aprirne uno per accorgersi che ogni dettaglio — dalle coste frastagliate alle decorazioni zodiacali — è pensato per stupire. Le mappe dei Blaeu erano il Google Earth del Seicento: strumenti di consultazione ma anche affermazioni di stile, capaci di raccontare la potenza di una nazione attraverso l’eleganza di una stampa.

Copia medievale della Tabula Peutingeriana: l’Impero Romano come una lunga e affascinante arteria stradale – Crediti: Allard PiersonCopia medievale della Tabula Peutingeriana: l’Impero Romano come una lunga e affascinante arteria stradale – Crediti: Allard Pierson

Chi cerca qualcosa di ancora più remoto può imbattersi nella copia medievale della Tabula Peutingeriana, la celebre mappa stradale dell’Impero Romano. L’originale, lungo più di sei metri, è conservato a Vienna, ma l’Allard Pierson ne custodisce una versione consultabile, che merita attenzione. Rappresenta l’impero come una lunga striscia continua, una sorta di metropolitana ante litteram che collega le città romane dal Portogallo alla Persia. È un documento sorprendente, che mostra come anche in epoche antichissime la volontà di “mappare” il mondo fosse un atto di dominio, ma anche di immaginazione.

Il bello è che questa collezione non vive solo nei cassetti. Il museo ha digitalizzato gran parte del suo patrimonio cartografico e lo rende consultabile online. Attraverso il portale CataloguePlus, chiunque può esplorare mappe e atlanti in alta risoluzione, scaricarli, ingrandirli, studiarli. Alcuni materiali della collezione Muller, uno dei nuclei storici più ricchi dell’istituto, sono disponibili anche su Wikimedia Commons, liberamente accessibili. La cartografia, insomma, non è più un affare per specialisti: è una risorsa condivisa.

Italia iam tota, principes in suas partes accurata distincta; scala 1:2.230.000; printed by Petrus Schenk (1728-1761) – Crediti: Allard PiersonItalia iam tota, principes in suas partes accurata distincta; scala 1:2.230.000; printed by Petrus Schenk (1728-1761) – Crediti: Allard Pierson

Chi entra all’Allard Pierson per caso, magari attratto da una mostra temporanea o dalla bellezza dell’edificio, spesso ne esce con una nuova passione. Le mappe fanno questo effetto: seducono, incuriosiscono, trascinano in una narrazione visiva che non ha bisogno di sottotitoli. È facile perdersi tra le carte, ma è ancora più facile ritrovarsi.

Leggi anche:

Fotografia musicale: quando gli scatti dei grandi artisti diventano opere da collezione

Giradischi: guida essenziale per iniziare ad ascoltare vinili

Contenuti consigliati