Norman Parkinson. Always in Fashion. A Torino in scena le sue dive
Fino al 29 giugno a Palazzo Faletti di Barolo la mostra dedicata al fotografo che ha raccontato le trasformazioni del mondo della moda
Audrey Hepburn, a Villa Rolli, in una fattoria sui Colli Albani di Cecchina, durante le riprese di Guerra e Pace di King Vidor. Fotografata per la rivista Glamour, l’attrice indossa uno splendido abito da cocktail pomeridiano di Givenchy della sua collezione primavera estate 1955, tra una cascata di fiori rosa.

È questo uno degli scatti più famosi di Norman Parkinson, il fotografo di top model, star e regine. Un cacciatore di bellezza che in oltre 56 anni di carriera ha raccontato il fashion system con uno sguardo sempre nuovo e la capacità di reinventarsi, anticipando le tendenze e l'evoluzione del gusto.
Ottanta immagini raccontano la sua straordinaria carriera
Ora Palazzo Falletti di Barolo di Torino dedica al padre della fashion photography la mostra Norman Parkinson. Always in fashion. Ottanta le immagini esposte, selezionate da Terence Pepper, per oltre 40 anni curatore alla National Portrait Gallery di Londra. Scatti che testimoniano lo stile rivoluzionario con cui l'artista ha interpretato la moda femminile, plasmando le modalità estetiche attraverso le quali l'haute couture è stata comunicata per più di quattro decenni.
Un percorso intrapreso da Parkinson negli anni '30 e proseguito fino alla morte nel 1990, che gli ha permesso di immortalare le evoluzioni stilistiche del secolo: dalla Gran Bretagna degli anni '30 alle mode austere della seconda guerra mondiale, dal New Look parigino degli anni '50 alla Swinging London degli anni '60, fino al glamour e allo sfarzo dei due rampanti decenni '70 e '80.
Parkinson ha portato le modelle fuori dallo studio fotografico
A Parkinson va il grande merito di avere portato le modelle fuori dall'ambiente rigido dello studio fotografico per immortalarle nel mondo reale. Un approccio spontaneo che ha subito attirato le attenzioni di numerose riviste di moda, tra cui Harper's Bazaar, Vogue e Town & Country, collaborazioni che lo hanno presto portato a essere conosciuto al mondo. E come non citare la fotografia scattata nel 1939 a Pamela Minchin, in cui la top viene immortalata per Harper's Bazaar in un costume da bagno di Fortnum & Mason mentre salta a mezz'aria sulla spiaggia dell'Isola di Wight, in Inghilterra. "Questo scatto mi ha confermato che per il resto della mia vita sarei stato un fotografo”, ha detto Parkinson. “Ero assolutamente sbalordito dalla sua magia".

Le top sullo sfondo dei grattacieli di New York e la moglie-musa
Gli anni '40 e '50 rappresentano per l’autore l'inizio di una lunga collaborazione con Vogue, segnata dall'introduzione nei suoi scatti di elementi narrativi che suggeriscono una storia dietro l'immagine, come accade in Young Velvets (Young Velvets, Young Prices, New York, Vogue, 1949): quattro modelle sul tetto del Condé Nast a New York indossano stilosi cappelli di velluto, sono strette l’una all’altra con l’aria di chi è intento a raccontarsi qualche segreto, mentre una quarta modella le osserva in disparte. L’Empire State Building e il Chrysler sullo sfondo svettano imponenti aggiungendo statuaria solennità a un’immagine vibrante e dinamica. In questo periodo compaiono anche gli scatti dedicati alla sua musa per eccellenza, Wenda Rogerson, che sposa nel 1947 facendola diventare Wenda Parkinson, e che divenne una delle modelle più importanti dell'epoca.


La collaborazione con le superstar: dai Beatles a Yves St Laurent
Il suo mood fotografico è sempre più ricco di luminescenze, contrasti e prospettive inedite. Con l'avvento degli anni '60 e '70, Parkinson riesce a reinventare si indirizza verso nuove collaborazioni, su tutte il lavoro con la rivista The Queen, con cui riesce a elevare giovani modelle come Jerry Hall e Iman allo status di superstar, o a immortalare alcuni idoli musicali del tempo quali i Rolling Stones e i Beatles, ma anche stilisti come Yves St Laurent, Hubert de Givenchy, Jean Muir e Zandra Rhodes.

Il riconoscimento a Comandante dell’Impero britannico
Gli anni '80 sono caratterizzati dal conferimento al fotografo del riconoscimento di Comandante dell'Impero britannico da parte della Regina d'Inghilterra, legittimazione che contribuisce a garantirgli la commissione di una nuova serie di ritratti per una grande mostra retrospettiva alla National Portrait Gallery di Londra. Viene a mancare nel febbraio del 1990. Diceva della sua arte: “Mi piace far apparire le persone come vorrebbero apparire e, con un po’ di fortuna, anche un po’ meglio”. E qui sta la sua grandezza per sempre.
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