Le settimane della moda Autunno/Inverno 2025-26 hanno portato in scena un trend chiaro: i colori del vino sono i nuovi protagonisti. Se il borgogna aveva già conquistato armadi e beauty case, oggi si moltiplica in sfumature rubino, amarena e barrique, fino al candore perlato che richiama le bollicine. È un immaginario estetico che lega l’eleganza classica al desiderio di codici cromatici riconoscibili.
Per la Fall/Winter 2025-26, Pierpaolo Piccioli ha concluso il suo lavoro di ridefinizione del rosso Valentino, scegliendo questa volta una declinazione più densa e profonda, vicina al rubino. Il colore diventa il filo conduttore della collezione: abiti da sera dalle linee essenziali, cappotti avvolgenti e capi scivolati che esaltano il movimento del tessuto. Non si tratta di un ritorno nostalgico al passato, ma di un aggiornamento dell’heritage: un rosso che sembra assorbire la luce, con la stessa intensità di un vino corposo. In passerella, le silhouette si stagliano nette, quasi scolpite dal colore, in un esercizio di purezza tonale che trasforma la nuance in statement identitario. Il rubino non è un semplice dettaglio, ma una scelta culturale: un modo per riaffermare l’unicità del brand nel panorama globale, senza rinunciare alla tensione tra tradizione e contemporaneità.
Etro esplora l’universo del velluto amarena, tessuto simbolo della stagione fredda. Giacche sartoriali, pantaloni a palazzo e abiti lunghi restituiscono profondità e movimento, grazie a superfici che mutano con la luce. È un invito a guardare il colore come materia viva, da accarezzare e da indossare come un vino giovane dal profilo vibrante.
Olivier Rousteing per Balmain Fall/Winter 2025-26 porta in passerella una palette che sembra ispirata direttamente al rituale della vendemmia. Le tonalità di uva matura, mosto e legno di botte si intrecciano in giacche scultoree, abiti drappeggiati e accessori dalla forte impronta materica. La maison non si limita a evocare i rossi intensi: li fonde con verdi profondi e sfumature di bronzo, come se le vigne al tramonto fossero traslate in tessuto. Il risultato è un’estetica sontuosa, quasi barocca, in cui il colore diventa racconto di ritualità collettiva e lusso mediterraneo. Balmain dimostra così che il vino, oltre a ispirare cromaticamente, può diventare metafora di radici, comunità e identità, elevando la moda a celebrazione sensoriale della cultura del gusto.
Invece di limitarsi a citare rosé o bianco perlato, Prada e Dior interpretano il linguaggio cromatico vinicolo con strategie più sottili. Prada, ad esempio, integra accenti luminosi e metallici su superficie scure e tessuti materici illuminando loghi, finiture, dettagli sartoriali piuttosto che puntare su un bianco dominante. Nel complesso, la palette rimane saldamente ancorata alle tonalità profonde: borgogna, prugna, cacao e cuoio “color vino” emergono come protagoniste, con sprazzi di luce appena accennati che ne stemperano l’intensità.
Dior predilige contrasto e stratificazione. Alla base della collezione Fall/Winter 2025-26 troviamo una gamma robusta di rossi scuri, vinaccia e vin brulé, e le “chiariture” cromatiche vengono impiegate per equilibrio visivo anziché come scelta estetica principale. In ciò risiede la forza del loro approccio: non un rosé “da cartolina”, bensì varianti del rosso scuro che dialogano con il nero, il maroon e il marrone, modellandosi in abiti drappeggiati, cappotti strutturati e layering grafico.
Per l'inverno 2025-26, Maximilian Davis per Ferragamo porta avanti la sua idea di minimalismo sensuale e architettonico, giocando su una palette dominata da neutri — nero, panna, grigio e camel — che vengono interrotti da accenti di colore intensi. In particolare, compaiono rossi profondi e bordeaux scuri che non invadono la collezione, ma la attraversano come lampi calibrati: un trench in pelle laccata, un abito da sera tagliato al vivo, una borsa rigida dal design grafico. Il risultato è una stratificazione cromatica sofisticata, in cui i toni “vino” non sono protagonisti assoluti, ma strumenti di contrasto: dialogano con i neutri e con i tessuti lucidi, creano profondità senza appesantire. Ferragamo dimostra così come il colore, quando usato con misura, possa amplificare l’impatto visivo di una collezione costruita su linee pulite e volumi essenziali.
La Fall/Winter 2025-26 mostra come i colori enologici non siano semplici suggestioni, ma veri codici estetici. Il borgogna diventa sinonimo di status cromatico, il rubino un segno di potenza visiva, l’amarena una scelta di sofisticazione. Un trend che non si limita alle passerelle, ma promette di invadere lo street style e il retail, trasformando il calice in linguaggio visivo. In questa stagione, la moda non inventa un nuovo colore: lo versa. E lo fa nei toni di un vino che scalda l’inverno e diventa simbolo di eleganza, convivialità e racconto estetico. Così la moda non solo veste, ma racconta: e stavolta lo fa con il linguaggio, profondo e cangiante, di un calice.
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