In principio era lei: la Logo di Giorgio Armani. Un cilindro puro, una luce che si fa geometria. Nata per lo studio del Maestro, incarnava un pensiero radicale: l’essenzialità come principio, la bellezza come rigore, non ornamento. Lo stile di Armani si fonda sulla sottrazione: disciplina, misura, nitidezza di linee, eleganza silenziosa.
La sua idea di bellezza non conosce urgenza, ma durata. Nel 1982 questa intuizione prende forma: Logo diventa il simbolo di un universo che, nel 2000, assumerà il nome di Armani/Casa. La boutique di via Manzoni a Milano segna il punto di partenza, ma presto nasce un mondo intero dedicato all’abitare, dove ogni oggetto riflette l’eleganza del Maestro: precisa, senza tempo, mai nostalgica, sempre riconoscente alla propria storia. Armani possedeva il raro dono di rendere invisibile la complessità, lasciando emergere solo la chiarezza della forma. La versione 2024 della Logo Lamp, completamente rivista, propone un paralume a piramide lamellare in noce canaletto o laccato greige, arricchito da dettagli in ottone satinato, che dialogano con la luce in modo nuovo.
Quando nasce Armani/Casa, il progetto rompe un tabù: per la prima volta, uno stilista di moda non si limita a vestire, ma costruisce un intero universo abitativo coerente con la propria idea di eleganza. Non è décor, ma filosofia dell’abitare. Da allora, altri grandi marchi hanno seguito la propria poetica: Versace Home, Fendi Casa, Ralph Lauren Home, Hermès Maison, Louis Vuitton con gli Objets Nomades, ciascuno reinterpretando la luce e la forma secondo il proprio linguaggio.
L’ultima lampada nata porta l’impronta di Louis Vuitton: Valse, in collaborazione con Atelier Biagetti, è un oggetto-scultura che fonde materia e luce, movimento e immobilità. Al Salone del Mobile, Issey Miyake ha presentato invece la A-POC ABLE, frutto della collaborazione con Atelier Oï, che gioca con piegature, materiali e sospensioni per creare giochi di equilibrio tra materia e spazio. Gianfranco Ferré Home propone Blur, una lampada in vetro che gioca tra presenza e assenza, mentre Hermès trasforma ogni gesto in coreografia luminosa con Pantographe, sospesa e regolabile attraverso un sofisticato sistema meccanico. Anche Roberto Cavalli Home Interiors esplora il dialogo tra forma e lusso: Antigua è un sistema di cilindri in metallo, finiture Gold e Black Chrome, per vestire con eleganza e modernità ogni spazio.
Versace Home con Narcissus fonde ispirazione classica e simboli iconici: base e paralume dorati e il Medusa tridimensionale sullo stelo centrale. Sapphire di Elie Saab Maison, dal modello a parete al lampadario, esalta la luce attraverso cristalli in vetro bronzato. Ci sono poi le collaborazioni speciali che arricchiscono ulteriormente il panorama.
Flos e Bottega Veneta hanno reinterpretato il Modello 600 di Gino Sarfatti grazie alla morbida pelle intrecciata che ha reso famosa nel mondo la maison. Infine, le lampade da scrivania Type 75 Mini di Anglepoise, progettate da Sir Kenneth Grange negli Anni ’70, si presentano nella Paul Smith Edition con colori brillanti e finitura opaca, ispirata al movimento astrattista De Stijl.
Classiche, funzionali, resistenti, perfette per la casa o l’ufficio, sono garantite a vita, come tutte le lampade Anglepoise: un esempio di design che unisce storia, estetica e durabilità.
Leggi anche:
Decluttering d’autunno: come liberare l'armadio dai capi che non indossiamo più