Hugh Grant e Colin Firth sono considerati da sempre due dei più fascinosi attori britannici. Il loro appeal è indiscusso, così come la loro bravura. Nelle rispettive filmografie risultano alcuni dei titoli più iconici della storia del cinema e in più di un’occasione hanno condiviso il set.
Uno su tutti li ha visti faccia a faccia rimanendo nel cuore di mezzo mondo e consacrandoli come due (adorabili) rivali: Il diario di Bridget Jones (e i vari sequel).
Nonostante i 65 anni, Hugh Grant e Colin Firth (che fanno il compleanno a un giorno di distanza, Hugh il 9 e Colin il 10 settembre), non perdono occasione per punzecchiarsi anche a distanza.
Come quella volta che Grant, interrogato su cosa fosse per lui la felicità, ha risposto: “Bere una pinta di London Pride mentre sgranocchio Twiglets e leggere che Colin Firth ha avuto una catastrofica critica dal botteghino”.
Due uomini adulti, in camicia e cravatta, che si prendono a pugni goffamente per le strade di Londra. È il 2001, Il diario di Bridget Jones è appena uscito al cinema, e il mondo scopre una delle rivalità più deliziose della storia del cinema: Colin Firth contro Hugh Grant.
All’origine dell’alterco cinematografico il cuore di Bridget Jones e di tutte le cenerentole moderne del mondo, perennemente combattute tra il bad guy (Grant) e l’uomo ideale (Firth). Nel film, infatti, uno interpretava l’incorreggibile Daniel Cleaver, l’altro il solido Mark Darcy.
Da lì un dibattito ancora aperto: team Darcy o team Cleaver? Team Colin o Team Hugh?
Nonostante le apparenze, però, la verità è che i due attori sono tutt’altro che in competizione. In un’intervista di qualche tempo fa era stato Firth a chiarire che lui e “il caro vecchio Hugh” vanno molto d’accordo. “Ci vogliamo bene, nonostante la sua scandalosa maleducazione nei miei confronti. Sono battute ricorrenti, ce le facciamo l’uno con l’altro. Sento sempre dire che ha annunciato che sono troppo vecchio per fare cinema”, ha scherzato.
Con Quattro matrimoni e un funerale (1994), Hugh Grant ha inaugurato una nuova stagione della rom-com inglese, diventando il volto dell’ironia timida e affascinante. Firth, invece, ha trovato la consacrazione nei panni di un altro Mr. Darcy, quello di Orgoglio e Pregiudizio, la serie targata BBC del 1995, in cui si è cimentato in uno dei ruoli più seducenti nella storia della letteratura e della relativa trasposizione televisiva e cinematografica.
Entrambi hanno continuato a muoversi poi tra commedia e cinema d’autore: Grant in Notting Hill e, più tardi, in ruoli più cinici come in The Gentlemen; Firth con l’Oscar per Il discorso del re e le incursioni musicali in Mamma Mia! e Mamma Mia! Here We Go Again. Insieme si sono ritrovati poi in un altro film cult: Love Actually, dove ripercorrevano in parte i tòpoi che li hanno sempre contraddistinti: uno l’icona dell’impacciato a volte mascalzone, l’altro gentleman riservato che conquista senza bisogno di troppe parole.
Se sullo schermo hanno duellato a colpi di charme, nella vita reale e sul red carpet Firth e Grant sono diventati due emblemi complementari dello stile britannico. Il primo predilige l’eleganza classica: abiti scuri, camicie immacolate, un understatement che profuma di Savile Row. Il secondo ha saputo rendere chic una certa trasandatezza, con blazer disinvolti, pantaloni morbidi e l’aria di chi non si prende mai troppo sul serio.
Insieme rappresentano le due anime dell’uomo british contemporaneo: impeccabile e riservato, ma anche autoironico e dal fascino irresistibilmente imperfetto.
Un po’ Bond e un po’ Oscar Wilde, insomma.
Che la loro sia stata una rivalità vera o soltanto sceneggiata, in fondo, poco importa. Colin Firth e Hugh Grant hanno incarnato per una generazione intera il sogno di una Londra elegante, romantica e spiritosa. E, anche per i loro 65 anni, il loro “duello” continua a far sorridere, ma più di tutto ci ricorda che, a volte, non c’è nulla di più iconico di due gentleman che si contendono l’amore.
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