Non pensate a tavernette qualsiasi, esistono indirizzi che hanno trasformato la tradizione veneziana dell'aperitivo in un’esperienza raffinata, perfetta (anche) per un pubblico internazionale abituato a lusso e glamour.
Cos’è un cicchetto? Il suo nome viene dal latino ciccus, che significa “piccola quantità” ed infatti il cicchetto è quello che si definisce uno stuzzichino, perfetto sia a metà mattina che come aperitivo.
I cicchetti si trovavano solo nei bacari, piccoli locali con pochi posti a sedere dove poter mangiare senza l’uso di posate e trovare cibo e vino a buon prezzo. Insomma, possiamo dire che il primo fast food è nato a Venezia alcuni secoli fa!
Cantina Do Spade – A pochi passi da Rialto, è uno dei locali storici frequentati anche da Casanova. Oggi conserva l’atmosfera autentica, ma con cicchetti ricercati e vini selezionati che attirano attori e registi in cerca di discrezione tra una proiezione e l’altra.
La storia del cicchetto di Venezia è indissolubilmente legata alla storia dei bacari, Cantina Do Spade nasce, infatti, sotto questa veste nell’ormai lontano 1448.
Al Timon – L’indirizzo boho-chic di Cannaregio, amato da creativi e addetti ai lavori.
Si beve seduti sulle barche ormeggiate lungo il canale, tra lampioni e riflessi d’acqua.
Un’atmosfera perfetta per chi cerca lo spirito veneziano con un twist
mondano.
Osteria da Fiore (Bacaro) – Versione più informale di uno dei ristoranti stellati della laguna.
Qui il cicchetto incontra l’alta cucina, con ingredienti selezionati e abbinamenti inediti.
Perfetto per un aperitivo a 5 stelle prima di una serata di gala.
Enoteca Schiavi – A Dorsoduro, di fronte a un canale pittoresco, è un tempio del vino con oltre 200 etichette e cicchetti celebri come quelli al baccalà mantecato o alle uova di seppia.
Frequentata da habitué e giornalisti internazionali, è una tappa obbligata nei giorni del Festival.
All'Arco- San Polo – Offre cicheti tra i migliori della città. All’aperto pochi tavolini danno sfogo ai limitati spazi interni, dove domina il banco ripieno di paninetti e crostini sia classici, con baccalà mantecato o alla vicentina e sarde in saor, sia con abbinamenti arditi come sopressa e fichi o gorgonzola ed acciughe.
Gli intenditori vanno per farsi un piattino di polipo e i più coraggiosi per la spiénsa o i nervetti con cipolla.
Dal fascino bohemien al glamour più esclusivo, i bacari veneziani diventano in questi giorni il vero backstage della Mostra del Cinema: un palcoscenico discreto dove attori, registi e fashion editor si mescolano ai veneziani doc, brindando con un calice di Prosecco o uno Spritz.