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COMPLEANNI
24 agosto 2021

Buon compleanno Pierfrancesco Favino

L'attore compie 52 anni e festeggia una carriera di straordinari successi con l'amore della compagna Anna Ferzetti e delle loro figlie Greta e Lea

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Buon compleanno Pierfrancesco Favino

Pierfrancesco Favino il 24 agosto festeggia il suo 52esimo compleanno e una carriera di straordinari successi come attore con l'amore della compagna Anna Ferzetti, 39 anni, e delle loro figlie Greta, 15 anni, e Lea, 8. L'attore - che a settembre inizierà a Napoli, al Rione Sanità, le riprese del film Nostalgia di Mario Martone, tratto dall'omonimo romanzo di Ermanno Rea - ospite a Verissimo a gennaio del 2020, facendo un bilancio della sua brillante carriera, aveva detto: "Non posso che essere felice, per tanti motivi. Poi, essendo una persona che guarda più al futuro che al passato, e avendo tante cose da fare, non mi sento in un momento in cui oggettivamente non mi stiano succedendo delle cose che sono dei privilegi". Pierfrancesco Favino è un attore camaleontico, che ha conquistato il pubblico calandosi in maniera sorprendente in personaggi molto diversi tra loro, tra i quali Tommaso Buscetta, Bettino Craxi e Gino Bartali: "Io mi trovo più quando mi dimentico di me. Faccio un mestiere che mi consente, a volte, di capire che potrei vivere anche altre vite e comprendere altre persone. In quel momento succede una cosa bella che è quella di cancellarmi, e penso che questa cosa un attore la debba fare, perché non dovrebbe mai essere di ingombro allo spettatore, per permettergli di godersi la storia", aveva raccontato Favino a Silvia Toffanin, parlando della sua professione. E a proposito del rapporto con il suo pubblico aveva aggiunto: "Il rapporto che ho con il pubblico è una cosa a cui tengo tanto, lo ringrazio veramente, e cerco di fare in modo di non tradirlo". Parlando dei sacrifici fatti nella sua carriera, l'attore aveva poi raccontato: "I sacrifici li consideri tali nel momento in cui senti che c'è qualcosa che ti manca. Io non credo molto, anche come padre, all'idea che una persona debba far sentire il sacrificio, anche perché questo presuppone il fatto che tu pensi già di valere qualcosa. Faccio un mestiere in cui ti metti alla prova ogni giorno, un mestiere che ho scelto, che riesco a fare bene, con il quale riesco a far crescere una famiglia, e benedico quello che sto facendo".

Pierfrancesco Favino è nato a Roma il 24 agosto del 1969, da genitori originari di Candela, in provincia di Foggia, e ha tre sorelle. "Siamo quattro figli. Io, il minore, e tre sorelle: un architetto, una storica della scienza e una storica dello spettacolo", aveva raccontato l'attore, parlando della sua famiglia. Pierfrancesco Favino da bambino era stato soprannominato Picchio dal padre, scomparso nel 2012, e nel 2018, ospite a Verissimo, aveva spiegato l'origine di quel nomignolo: "È un soprannome che mi ha dato mio papà quando ero piccolo, e lo uso da sempre, me lo tengo. Mi chiamano così anche sul lavoro; dentro sono molto Picchio". Parlando poi della sua infanzia, l'attore aveva raccontato: "Ero un bambino che non poteva fare altro che quello che faccio adesso. Ero curioso, appassionato di storie, di racconti, di invenzioni, e lo sono rimasto". E ricordando il periodo della scuola aveva detto: "Facevo solo le cose che mi piaceva fare: l'italiano e la storia. Con la matematica, invece, abbiamo sempre fatto a cazzotti". "E poi facevo le imitazioni di tutti i professori", aveva aggiunto l'attore, che aveva poi imitato il suo professore di religione. Pierfrancesco Favino proprio in quegli anni aveva maturato il suo desiderio di recitare: "Dicevo che volevo fare l'attore comico. Da piccolo ero molto appassionato di Totò. Ridere e far ridere mi piaceva tanto, ed è rimasta una cosa che mi piace fare. Il mio piano B da bambino era fare il benzinaio o il giornalaio". E parlando delle donne della sua famiglia aveva raccontato: "Mi hanno insegnato tantissimo, forse non avrei fatto questo mestiere se non fosse stato così. Non ho avuto mai paura delle mie emozioni, non ho mai pensato che emozionarmi fosse una fragilità, che i maschi hanno paura di affrontare. E poi vivere circondato da donne mi ha insegnato a stare zitto".

Pierfrancesco Favino, parlando delle figlie Greta e Lea, aveva poi raccontato: "Essere il papà di due femmine è la cosa più bella che ho fatto nella mia vita. Tuttavia, faccio un mestiere che mi porta tanto via, così come la mamma, e dobbiamo essere molto bravi". E della compagna Anna Ferzetti aveva detto: "È una persona molto importante per me, e penso che sia una bravissima attrice". A proposito del suo rapporto con la fede, l'attore aveva poi dichiarato: "Sono nato da una famiglia cattolica, e ho dentro di me la sensazione che ci sia qualcosa più grande di noi. Penso che credere consapevolmente sia molto meglio che credere perché qualcuno ti impone di farlo". Dopo essersi diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, Favino aveva seguito il corso di perfezionamento diretto da Luca Ronconi e vari seminari di recitazione, partecipando a numerose produzioni teatrali. L'attore, che è tra i fondatori dell'Actor's Center di Roma, e direttore e insegnante presso la Scuola di Formazione del Mestiere dell'Attore L'Oltrarno di Firenze, dopo aver recitato in vari spettacoli teatrali, aveva debuttato in tv nel 1991 recitando nel film Una questione privata, tratto dall'omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, al quale nel 1995 era seguita la sua prima interpretazione cinematografica nel film Pugili. Negli anni '90 l'attore aveva recitato nei film Il principe di Homburg, In barca a vela contromano, Baci proibiti, Dolce far niente, Bonanno - La storia di un padrino, nella serie tv Amico mio, e nel film I giudici - Excellent Cadavers, per la regia di Ricky Tognazzi. Nei primi anni 2000 l'attore aveva recitato, tra gli altri, nei film tv Padre Pio, Giuda, Tommaso, Gli insoliti ignoti, Ladri ma non troppo, Part-time e nella miniserie di Canale 5 Ferrari. Nel 2001 Pierfrancesco Favino aveva interpretato il ruolo di Marco nel film cult L'ultimo bacio di Gabriele Muccino, il personaggio di Michelangelo ne La verità vi prego sull'amore, di Francesco Apolloni, e il medico omosessuale Biccio nel secondo film di Luciano Ligabue dal titolo Da zero a dieci. Nel 2002 Favino aveva recitato nel film Emma sono io e in El Alamein - La linea del fuoco, nel quale aveva interpretato il sergente Rizzo, ottenendo la candidatura al David di Donatello e al Ciak d'Oro. Sul set di quest'ultimo film Favino aveva appreso la notizia della scomparsa del padre, che era un rappresentante di materiali edili. L'attore aveva ricordato quel doloroso momento a Vanity Fair: "È il 2002. Sono nel deserto, nei panni del sergente Rizzo, sul set di El Alamein. Un assistente di produzione mi viene incontro e mi guarda in modo strano: Chiama tua sorella, dice, poi abbassa gli occhi. Rientro in roulotte e le telefono: Papà non c'è più, sussurra lei. Riaggancio e ho un momento di totale scollamento dalla realtà". L'attore aveva poi rivvissuto gli attimi seguiti alla terribile notizia: "Mi osservo allo specchio. Nell'immagine riflessa c'è un tipo che mi somiglia, vestito in modo strano. Esco all'aria aperta. Mi chiedono se me la sento di continuare. Mi hanno già permesso di andarlo a trovare in precedenza e so che non potrò ripartire. Decido di girare. Mentre aspetto il mio turno sulla sedia, il dolore mi attraversa a ondate. Mi ferisce e, prima di tornare come una fitta, lascia spazio a un'assurda euforia. Mi sento una balla di fieno trasportata dal vento in un film western. Quando torno a casa, al posto di papà, c'era una pietra col suo nome".

La storia d'amore tra Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti - figlia del celebre attore romano Gabriele Ferzetti - era iniziata nel 2003. La coppia si era conosciuta a una festa di amici in comune, durante la quale l'attrice aveva invitato Favino a ballare: "Amiamo ballare, è una passione comune", aveva svelato a Gente nel 2018 Ferzetti, conduttrice del Prima Festival nel 2019. "Le ho pestato un piede in un locale. Credevo di conoscerla, ma lei non sapeva chi fossi. Ci siamo messi a parlare e non abbiamo più smesso", aveva detto, invece, l'attore a F. Favino e Ferzetti avevano coronato il loro amore nel 2006 con la nascita della primogenita Greta, e nel 2012 avevano poi accolto la seconda figlia Lea. L'attrice aveva raccontato al settimanale che fino alla nascita di Greta, lei e Pierfrancesco Favino vivevano in due appartamenti diversi nello stesso palazzo: "Ci vediamo poco, e ogni volta è una gioia ritrovarsi. Credo sia fondamentale mantenere i propri spazi, oltre al lavoro e alla famiglia. Se si sta un po' separati, la coppia si rafforza. Abbiamo vissuto in due case diverse fino ad alcuni mesi dopo la nascita di Greta, la nostra primogenita. Erano due appartamenti nello stesso palazzo. Ci abbiamo messo un po' a passare alla convivenza, ad allineare i percorsi". Anna Ferzetti, ospite a Verissimo lo scorso maggio, aveva parlato del suo amore per il marito: "Stiamo insieme da 17 anni, siamo stati tanto lontani per lavoro, e penso cha questa distanza aiuti in un rapporto lungo; è un modo per tenere vivo il rapporto. Non so se caratterialmente potremmo vivere 24 ore su 24 insieme, perché comunque io sono una tipa solitaria, ho bisogno dei miei spazi e dei miei tempi. Lui, che per me è Picchio, è più romantico; io lo sono a modo mio”. E a proposito del lockdown vissuto in famiglia, Anna Ferzetti, che aveva condiviso su Instagram un dolcissimo scatto con Pierfrancesco Favino, aveva detto: "Pierfrancesco è abituato a stare in un gruppo di donne, perché ha tre sorelle e una mamma splendida. È stato un modo per conoscerci meglio". E ad Amica lo scorso dicembre aveva raccontato: "La quarantena ci ha permesso di stare un po' a casa insieme, scoprendo lati sconosciuti dell'altro, e di passare del tempo con le nostre figlie Greta e Lea. Il mio lavoro spesso ci allontana. Mia figlia dice: Meglio così, che avere a casa una mamma triste". Parlando della primogenita a Io Donna nel 2019 l'attrice aveva raccontato: "È molto orgogliosa ed è innamorata di entrambi i genitori, poi lei ama cantare e sta iniziando un suo percorso. Le piace tanto; vedremo". Lea, invece, nonostante abbia solo 8 anni, ha già debuttato sul grande schermo nel 2020, al fianco del padre nel film Padrenostro, nei panni della piccola Alice, figlia di Alfonso Le Rose, interpretato da Favino - che era stato anche produttore della pellicola - per la quale quest'anno era stato candidato a un Nastro d'Argento come miglior attore protagonista. La pellicola era stata presentata alla scorsa edizione del Festival del Cinema di Venezia, in occasione della quale l'attore aveva ricevuto la prestigiosa Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, e Favino, condividendo su Instagram alcune immagini con la figlia sul red carpet, aveva scritto: "Io e la mia signorina stiamo bene insieme", citando un verso del celebre brano di Neffa La Mia Signorina.

Anna Ferzetti, invece, pubblicando una foto con il marito sul red carpet, gli aveva dedicato dolcissime parole: "Bravo amore mio. Sono orgogliosa di te", aveva scritto l'attrice, aggiungendo un cuore, a corredo dell'immagine. Tra il 2003 e il 2005 l'attore aveva recitato nei film Passato prossimo, di Maria Sole Tognazzi - al fianco di Paola Cortellesi, Claudio Santamaria e Gianmarco Tognazzi - Al cuore si comanda, al fianco di Claudia Gerini, Mariti in affitto, con Maria Grazia Cucinotta, Le chiavi di casa, Non ci sarebbe niente da fare!, e Nessun messaggio in segreteria. Nel 2005 Pierfrancesco Favino aveva preso parte al celebre film Romanzo Criminale di Michele Placido, interpretando il ruolo di Cesare Rocchi, detto Il Libanese, capo carismatico della feroce Banda della Magliana, al fianco di Claudio Santamaria e Kim Rossi Stuart - con il quale aveva già lavorato nel 2004 nel film Le chiavi di casa - per la cui interpretazione era stato premiato con un David di Donatello, e poi con un Nastro d'Argento come miglior attore protagonista, ex aequo con gli altri due attori. Nel 2006 Favino aveva confermato il suo successo recitando da protagonista nella miniserie tv Gino Bartali - L'intramontabile. Per interpretate il ciclista toscano l'attore si era allenato percorrendo circa 5000 km in bicicletta in sei mesi. Pierfrancesco Favino, ricordando quella esperienza a Verissimo, aveva detto: "Era la prima volta che mi davano un ruolo da protagonista e avevo paura. Bartali era un personaggio talmente combattente, che l'ho voluto misurare sul mio corpo. Tuttavia, non ci vedo niente di eroico in questo. È una ricerca, e parte della ricerca la fa il nostro corpo, che a volte è molto più intelligente di quanto possa essere il nostro cervello". L'attore aveva poi aggiunto: "Paolo Virzì mi ha detto una frase divertente: Il tuo non è talento, è malattia, e tu sfrutti questa malattia e ne fai un mestiere". Nello stesso anno Favino aveva fatto il suo debutto nel cinema americano, interpretando una piccola parte nel film Una notte al museo con Ben Stiller, nei panni della statua bronzea di Cristoforo Colombo. L'attore, dopo aver recitato nel film La sconosciuta, di Giuseppe Tornatore, nel 2007 aveva interpretato Davide, scrittore di favole e compagno di vita del co-protagonista Luca Argentero, nel film Saturno contro di Ferzan Özpetek. Negli anni seguenti l'attore aveva recitato nel film Le cronache di Narnia - Il principe Caspian, in cui aveva interpretato Lord Glozelle, generale a capo delle truppe del perfido Miraz, interpretato da Sergio Castellitto, e nella pellicola di Spike Lee Miracolo a Sant'Anna, nel quale aveva interpretato il capo partigiano Peppi Grotta. Nel 2008 l'attore era stato protagonista, al fianco di Monica Bellucci, del film L'uomo che ama, e nel 2009 aveva recitato nella miniserie Pane e libertà, vestendo i panni di Giuseppe Di Vittorio, uno dei padri del sindacalismo italiano. Nello stesso anno Favino aveva recitato al fianco di Tom Hanks nel film Angeli e demoni, tratto dall'omonimo romanzo cult di Dan Brown. Nel 2010 l'attore era stato uno dei protagonisti di Baciami ancora di Gabriele Muccino - per la cui interpretazione aveva ricevuto una nomination ai David di Donatello come miglior attore non protagonista - e dei film Cosa voglio di più e Figli delle stelle. Dopo aver recitato nella miniserie Il generale Della Rovere - basata sull'omonimo romanzo di Indro Montanelli - nel 2011 Favino aveva recitato nei film La vita facile, al fianco di Stefano Accorsi e Vittoria Puccini. Nel 2012 l'attore aveva recitato nei film ACAB - All Cops Are Bastards di Stefano Sollima . per il quale aveva ottenuto un Nastro d'Argento come miglior attore protagonista - e Posti in piedi in paradiso, di Carlo Verdone, accanto allo stesso Verdone e a Marco Giallini. Favino lo stesso anno aveva recitato nel film Romanzo di una strage, incentrato sui fatti della strage di piazza Fontana. Per quest'ultimo ruolo l'attore, che aveva interpretato l'anarchico Giuseppe Pinelli, aveva ottenuto il suo secondo David di Donatello come miglior attore non protagonista, e un Nastro d'Argento nella stessa categoria. Nel 2013 l'attore aveva recitato nel film horror apocalittico World War Z, al fianco di Brad Pitt, e in Rush - che raccontava l'intensa rivalità tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda - dove aveva vestito i panni del pilota automobilistico svizzero Clay Regazzoni.

Nello stesso anno Pierfrancesco Favino aveva recitato a teatro in Servo per due, di cui aveva firmato anche la regia con Paolo Sassanelli. L'attore a Verissimo, a proposito della sua esperienza alla regia, aveva raccontato: "Penso di dover imparare ancora tanto dal mio mestiere. Ho fatto il regista in teatro, e mi piace molto lavorare con gli attori, perché il regista non ha solo il talento di saper raccontare una storia attraverso le immagini, ma anche quello di tenere insieme le persone" Nel 2014 l'attore era stato protagonista del film Senza nessuna pietà - di cui era stato anche produttore - in cui aveva interpretato il muratore Mimmo, ruolo per il quale era dovuto ingrassare venti chili. Tra il 2014 e il 2016 Favino aveva recitato nei film Suburra e Le confessioni, e aveva preso parte alla miniserie Qualunque cosa succeda e alla serie internazionale Marco Polo, nella quale aveva interpretato Niccolò Polo, padre del celebre esploratore, al fianco del protagonista Lorenzo Richelmy. Nel 2017 Favino era stato protagonista con Kasia Smutniak del film Moglie e marito - per la cui interpretazione era stato insignito del Premio Nino Manfredi - della pellicola Chi m'ha visto, con Beppe Fiorello, e di Rachel, recitando poi nel film A casa tutti bene, di Gabriele Muccino, al fianco, tra gli altri, di Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Stefania Sandrelli e Sandra Milo. A febbraio del 2018 Pierfrancesco Favino aveva condotto il Festival di Sanremo, insieme a Claudio Baglioni e Michelle Hunziker, la quale aveva poi raccontanto in un video a Verissimo le tappe principali della carriera dell'attore, ospite di Silvia Toffanin in studio. Ricordando i momenti vissuti insieme Favino aveva raccontato: "Sono molto legato a Michelle e Claudio dopo questa esperienza; è un affetto vero". Nello stesso anno Favino aveva interpretato D'Artagnan nel film Moschettieri del re - La penultima missione, di Giovanni Veronesi - tratto dal celebre romanzo di Alexandre Dumas - al fianco di Valerio Mastandrea e Rocco Papaleo, ricoprendo lo stesso ruolo anche nel sequel uscito il 25 dicembre del 2020 dal titolo Tutti per 1 - 1 per tutti, al quale aveva preso parte anche la compagna nel ruolo della regina Enrichetta d'Inghilterra. A dicembre dello scorso anno Anna Ferzetti, parlando ad Amica della sua interpretazione nel film, la prima al fianco del compagno, aveva detto: "Non ce l'avevano mai proposto. Avevo fatto un provino già per il primo film dei moschettieri, ma Giovanni non mi prese. Stavolta l'ho convinto. Chissà se capiterà di nuovo. Io e Pierfranceso amiamo lavorare separati, proprio per avere più voglia di stare insieme dopo. Caratterialmente ci piace avere ognuno il proprio spazio".

Piefrancesco Favino nel 2019 aveva interpretato Tommaso Buscetta nel film Il traditore di Marco Bellocchio, per la cui interpretazione aveva ricevuto un David di Donatello e un Nastro d'Argento come miglior attore protagonista. Quest'ultimo premio gli era stato consegnato da Anna Ferzetti, che presentava la serata, e a Verissimo, dopo aver visto l'emozionante video della consegna del prestigioso riconoscimento, che l'attore aveva dedicato alle figlie "per la loro pazienza e il loro amore", Favino aveva parlato del suo amore per la compagna: "Tra le difficoltà che può avere il nostro mestiere, c'è quella della distanza. Tentiamo in tutti i modi di portarci con noi le nostre figlie, e quella dedica era sentita, perché abbiamo la fortuna di avere due figlie che hanno anche tante altre cose che ci insegnano". Mentre Anna Ferzetti a Verissimo, ricordando quel momento speciale, aveva detto: "È stata una casualità, ma in qualche modo sapere che c'era mi aiutava, perché mi sentivo più forte, però allo stesso tempo mi metteva in imbarazzo, ero andata in tilt. Poi lui ha dedicato il premio alle nostre figlie e sono crollata. Io sono la sua prima fan". E a proposito di un possibile matrimonio con il compagno, l'attrice aveva detto: "Se arriverà, bene. Mai dire mai". A Verissimo Favino, parlando della sua interpretazione nel film, per la quale era dovuto ingrassare nove chili - caratterizzata dalla particolare inflessione del collaboratore di giustizia e membro di Cosa nostra, un misto tra dialetto siculo e portoghese - aveva detto: "Ci ho messo un po' per impararlo. Buscetta era innamorato della sua voce. Sapevo che quella per lui era un'arma di seduzione. Lui controllava questa sua voce, a volte anche sbagliando, ma pur di non sentirsi equiparato agli altri, cercava di elevarsi. E il fatto di far sentire la provenienza di un altro Paese, era un modo per esprimere quanto avesse viaggiato". Lo scorso luglio Bellocchio aveva ricevuto la Palma d'oro alla carriera al Festival di Cannes, e Favino, presente alla kermesse cinematografica, aveva condiviso su Instagram uno scatto con il regista, a corredo del quale aveva scritto: "Caro Maestro, dopo che mi hai portato in capo al mondo, non posso non venire a festeggiarti in una giornata così speciale".

Nel 2020 Favino era entrato a far parte della giuria italiana votante dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, e aveva recitato nel film Hammamet, di Gianni Amelio, in cui aveva incantato il pubblico con una magistrale interpretazione di Bettino Craxi, negli ultimi sei mesi di vita nella città tunisina, dove Craxi si era rifugiato in esilio per sfuggire alla giustizia italiana. Interpretazione per la quale l'attore era stato insignito di un Nastro d'Argento come miglior attore protagonista, ricevendo anche una candidatura al David di Donatello nella stessa categoria. Parlando a Verissimo della sua interpretazione nel film, girato proprio nella casa in cui aveva vissuto Craxi, l'attore aveva detto: "Gianni Amelio sapeva che io potevo rioprire questo ruolo, gli sono riconoscente sulla fiducia cieca che ha avuto in me. Per prepararmi a interpretare il personaggio ci ho messo quattro-cinque mesi. Mi sottoponevo a cinque ore e mezza di trucco al giorno; da un anno prima avevamo iniziare a lavorare alla progettazione di questo trucco piuttosto complicato, e quella cosa è diventato un rituale quotidiano. È stato un percorso in cui sono entrato piano piano in un'altra dimensione". E a proposito di Bettino Craxi aveva aggiunto: "Ho intuito che uomo potesse essere, un uomo molto particolare, complesso e sfaccettato". L'attore, parlando poi del rapporto di Craxi con la figlia, che nel film è interpretata dall'attrice Livia Rossi, aveva aggiunto: "Nel film, tra le altre, c'è una cosa molto bella, che mi colpisce anche personalmente, ed è il rapporto che questo padre aveva con sua figlia. Credo che questo rapporto sia una cosa che le donne ameranno molto nel film, e io stesso, come padre, ho amato molto". E parlando del film aveva raccontato: "Penso che questo sia un film su un re che ha perso il trono e che, piano piano, dal grandissimo potere che aveva, si rende conto che la malattia e la morte esistono anche per lui, e che non ce la farà a combattere quelle che sono le leggi di noi uomini". Sempre nel 2020 Favino aveva vestito i panni di Giulio Ristuccia nel film Gli anni più belli di Gabriele Muccino, al fianco di Claudio Santamaria, Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti.

Nel 2022 Pierfrancesco Favino sarà protagonista del film Il Colibrì, di Francesca Archibugi - ispirato all'omonimo romanzo di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020 - le cui riprese si stanno svolgendo dallo scorso giugno tra Firenze, Roma e Parigi. Nella pellicola l'attore interpreterà il protagonista Marco Carrera, al fianco di Kasia Smutniak - che vestirà i panni di sua moglie Marina Molitor - Nanni Moretti, Laura Morante e Massimo Ceccherini. Il film racconta la vita di Marco Carrera, detto Il Colibrì, narrata attraverso i ricordi del protagonista a partire dai primi anni '70: dagli amori spezzati, ai doveri che cerca di onorare, alle prove durissime che si sforza di superare. Pierfrancesco Favino in passato è apparso anche in alcuni videoclip musicali: Due destini dei Tiromancino, Passione di Neffa - colonna sonora del film Saturno Contro - Baciami ancora di Jovanotti - colonna sonora dell'omonimo film - e Londra brucia dei Negramaro. Rivivi, nel video sotto, l'intervista a Pierfrancesco Favino a Verissimo.

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