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DOSSIER04 dicembre 2025

Delitto di Garlasco, le nuove prove e i misteri sulla morte di Chiara Poggi

Nuove analisi genetiche riaprono il caso di Garlasco: Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, è indagato per omicidio in concorso
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Il 13 agosto 2007 Chiara Poggi, 26 anni, viene trovata morta nella sua abitazione di via Pascoli, a Garlasco. A scoprire il corpo è il fidanzato, Alberto Stasi, che dichiara di averla trovata già senza vita. Le indagini si concentrano subito su di lui.

Nel 2009 Stasi viene assolto in primo grado, assoluzione confermata nel 2011. Ma nel 2013 la Cassazione annulla tutto, riaprendo il processo. Nel 2014 arriva la condanna a 16 anni, confermata nel 2015: Stasi entra in carcere.

Diciotto anni dopo, il caso si riapre. L’11 marzo 2025 Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, riceve un avviso di garanzia per omicidio in concorso. Nuove analisi del DNA sotto le unghie della vittima collegherebbero a lui alcune tracce finora ritenute inutilizzabili.

La vicenda si complica per le tensioni che emergono tra i consulenti, gli avvocati e i familiari: il generale Luciano Garofano si ritira dalla consulenza, mentre il padre di Sempio viene indagato per corruzione nell’ambito di un presunto pagamento a un ex procuratore.

Intanto, una nuova perizia medico-legale potrebbe cambiare l’orario della morte di Chiara, rendendo incerta la presenza di Stasi sulla scena del delitto.

Delitto di Garlasco, la riapertura del caso

Nel 2025 il caso di Garlasco si riapre con l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. Nuove analisi genetiche individuerebbero tracce del suo DNA sotto le unghie della vittima, ipotizzando un omicidio in concorso. Al centro delle indagini c’è anche la cosiddetta "impronta 33", trovata sul muro vicino al corpo di Chiara e ritenuta riconducibile a Sempio, ma esclusa dal giudice dall’incidente probatorio.

Delitto di Garlasco, l'intervista esclusiva ai genitori di Andrea Sempio

A Quarto Grado, Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, genitori di Andrea Sempio, parlano per la prima volta dopo la riapertura del caso Garlasco. La coppia respinge ogni accusa: "Siamo visti come la famiglia degli assassini, ma nostro figlio non ha fatto nulla". I genitori denunciano il peso mediatico e le "bufale" circolate: "Le schifezze che hanno raccontato fino a oggi sono solo delle grandissime bufale e mi aspetto, andando avanti, che ce ne siano altre da raccontare. Su questa storia sta mangiando troppa gente, quindi se ne inventano di ogni", dice la madre di Sempio, che sottolinea: "Ci interessa cosa dice la Procura".

Delitto di Garlasco, le accuse di corruzione e la frattura tra legali

La Procura indaga su presunti rapporti tra Sempio, l’ex procuratore Venditti e un maresciallo dei carabinieri, con ipotesi di corruzione legate all’archiviazione del 2017. I genitori di Sempio ammettono di aver pagato in contanti circa 50mila euro ai legali, ma negano irregolarità.

Parallelamente, il generale Luciano Garofano rivela di aver ricevuto nel 2017 la consulenza Linarello sul DNA di Chiara Poggi, ma scopre solo otto anni dopo che la sua relazione su Andrea Sempio non era mai stata depositata. Garofano rinuncia così al ruolo di consulente.

Inoltre, Andrea Sempio revoca il mandato a Massimo Lovati: "Principalmente abbiamo deciso di interrompere il nostro rapporto per divergenze legate alla strategia difensiva e alla direzione che volevamo prendere nel prossimo futuro".

Delitto di Garlasco, la polemica sullo scontrino

Massimo Lovati, ex avvocato di Andrea Sempio, è intervenuto in diretta telefonica a Mattino Cinque per chiarire una sua precedente affermazione riguardante un "coniglio dalle orecchie lunghe".

L'avvocato commenta anche la questione dello scontrino che Andrea Sempio avrebbe fornito agli inquirenti nel 2008 per provare che quella mattina era andato da Garlasco a Vigevano con la madre per andare in libreria. Lovati liquida lo scontrino come "carta straccia", sostenendo che non è un alibi e non è un indizio.

Delitto di Garlasco, la spiegazione di Andrea Sempio

"Ormai è un calvario che si ripresenta ogni tot anni, puoi solo aspettare e sperare che si risolva in fretta", aveva commentato Andrea Sempio in esclusiva ai microfoni di Quarto Grado, soffermandosi sugli ultimi sviluppi della vicenda.

Mentre sull'impronta 33, aveva commentato: "Era nata classificata come non attribuibile a nessuno. Abbiamo fatto le nostre verifiche e io non credo sia attribuibile a me. Se risulterà mia, va bene, comunque sia non è un'impronta insanguinata, ma un'impronta sul muro della scala. Io ho detto che frequentavo la casa e che ero sceso qualche volta in cantina. Nello stesso punto dove il muro fa questa curva e c'è sia l'impronta mia sia quella di altre persone, è semplicemente un luogo di passaggio dove ci si appoggiava".

Delitto di Garlasco, le indagini sul DNA

L'ex avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati aveva anche commentato le indiscrezioni sui risultati della perizia della genetista Denise Albani, secondo cui ci sarebbe "piena concordanza" tra l'aplotipo Y rilevato nel 2007 sulle unghie di Chiara Poggi e la linea paterna del profilo biologico di Sempio.

"Secondo me la notizia è falsa, perché altrimenti sarebbe una cosa inaudita. Un'anticipazione illegittima che renderebbe addirittura impugnabile o nulla la perizia stessa e condurrebbe, secondo me, alla recusazione sia del perito che del giudice - aveva commentato a Dentro la Notizia -. Bisogna capire chi è che l'ha propalata perché ha compiuto un atto di terrorismo rispetto all'indagato, alla psicologia dell'indagato che si sente prima del tempo inchiodato da una cosa che non è ancora avvenuta. E non sarebbe la prima volta perché è già successo con l'impronta 33, con Ignoto 3. È una strategia che non mi piace. Io vorrei capire chi è che l'ha propalata, forse quelli che mi fanno le pulci per la fuga di notizia della consulenza Linarello?".

Diciotto anni dopo il delitto, la domanda che sembrava chiusa torna ad aprirsi: chi ha ucciso Chiara Poggi? E perché?

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