Il Tribunale di Roma ha deciso che per Vittorio Sgarbi non è necessario un amministratore di sostegno, ma è stata disposta una perizia medica per valutare se il critico d'arte "sia in grado di comprendere il significato e le conseguenze personali, patrimoniali e giuridiche delle decisioni di particolare complessità e rilevanza". Rigettata, in parte, dunque la richiesta della figlia Evelina, i cui legali hanno comunque espresso soddisfazione per la decisione di nominare un consulente medico.
Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Ansa, il medico CTU (Consulente Tecnico d'Ufficio) dovrà valutare in particolare le capacità relative "alla gestione straordinaria del patrimonio e alla scelta di contrarre matrimonio, valutando l'autenticità e la stabilità della volontà decisionale".
"Ho visto papà trasfigurato, un'altra persona. Io spero che vengano fatti i dovuti accertamenti. Voglio fare chiarezza. Capisco che ci siano persone da fuori che possono non comprendere, ma per me è una dimostrazione di bene nei confronti di mio padre. L'amministratore di sostegno non è un tutore, ma una figura temporanea che farebbe gli interessi di mio padre: dalla sua salute al suo patrimonio. Credo che né io né la sua compagna siamo le persone giuste per farlo": con queste parole Evelina Sgarbi aveva spiegato a Verissimo le ragioni che l'hanno portata ad avanzare la sua richiesta di nominare un amministratore di sostegno per suo padre Vittorio.