Privacy e gruppi sessisti, le telecamere che ci spiano
La scoperta di alcune piattaforme in cui veniva condiviso materiale intimo di donne ha riportato alla luce il problema della sicurezza legata alla sfera privata

In questi giorni torna a tenere banco il tema legato alla privacy. La scoperta di diversi siti sessisti in cui veniva diffuso materiale privato da parte degli utenti che condividevano foto e filmati di compagne, mogli ed ex, ha acceso i riflettori anche sulle telecamere private. Tra i contenuti condivisi su queste piattaforme, infatti, c'erano anche delle registrazioni hackerate dagli impianti di videosorveglianza interna di luoghi pubblici e privati. Ad affrontare l'argomento, nella puntata di lunedì 1 settembre, è Quarta Repubblica: nel servizio si vede quanto sia facile per gli hacker non solo intercettare il segnale di una videocamera privata, ma anche come questo venga dirottato su un sito accessibile a chiunque. La pagina web condivide i filmati ripresi da migliaia di telecamere e da altrettante persone, di cui viene violata l'intimità di casa propria. Lorenzo Costantini, esperto di Cybersicurezza, spiega il funzionamento del sito: "Potenzialmente queste telecamere stanno registrando anche in questo momento".
I segnali intercettati non sono legati solo ad abitazioni, nel servizio viene mostrata la registrazione rubata all'interno di un centro estetico. "Nel sito - prosegue Cosattini -, vengono forniti anche tutti i dettagli del filmato in questo. Il Paese in cui è stato girato, il giorno, tag che li indirizza per le ricerche". La maggior parte dei video appartengono ad abitazioni domestiche, a cui qualcuno ha sottratto le password di accesso, selezionato il materiale più "appetibile" per la piattaforma e poi condiviso. Ma non è finita qui: per alcuni segnali è possibile comprare l'accesso completo per spiare qualcuno. Le password vengono vendute all'interno di gruppi Telegram per cifre che si aggirano intorno agli 80 dollari, ma per le telecamere più seguite gli hacker arrivano a chiedere anche 500 dollari.
Orlowsky: "Buona pratica cambiare le password"
Nel programma condotto da Nicola Porro, è intervenuto sul tema anche Alex Orlowski, esperto di Cyber Intelligence: "Va detto che ci sono persone che fanno delle scam, ovvero utenti che fingono una quotidianità per vendere i filmati e guadagnare grazie alla loro diffusione. Quindi una parte di contenuti sono fittizi e creati dalle coppie". Molti però sono segnali rubati, in tal senso Orlowski dà al pubblico un consiglio: "Esiste una serie di password standard che molti utilizzano inconsapevolmente - dice -, è una lista molto lunga e spesso con poche variazioni. Per questo consiglio a chi ha telecamere in casa di cambiare la password al proprio impianto".
Anna Madaro: "Volevano hackerarmi"
A "È sempre Cartabianca" parla Anna Madaro, influencer e attrice, una tra le prime a denunciare gli abusi di uno dei siti sessisti denunciato negli ultimi giorni: sul forum venivano le immagini di donne celebri e non per riutilizzarle in chiave pornografica.
"Sono stata avvisata da una ragazza che mi seguiva, dicendomi che le mie fotografie erano finite su un forum per adulti - ha spiegato la donna al programma condotto da Bianca Berlinguer Rete 4 -, c'erano 3 anni di file su di me. Ho provato paura e vergogna. So che non dovrei provare queste sensazioni, però all'inizio è stata veramente dura. Ho fatto degli screenshot da portare alla polizia postale".
Madaro racconta inoltre di aver letto commenti di ogni tenore sul suo conto, alcuni dei quali particolarmente inquietanti: "Il primo di questi diceva: ma questa non ha delle telecamere in casa che possiamo hackerare? Lì mi sono spaventata, perché ho realizzato che la situazione si stava facendo pericolosa dal momento che volevano violare il mio privato, non più le immagini pubbliche. Un altro diceva: da scavalcare il giardino di casa… Questo mi ha fatto capire che hanno scoperto che ho un giardino e vivo in una località marittima. Abbiamo voluto denunciare per le donne che hanno una vita comune, che hanno una vita normale. Insieme possiamo fare la differenza".