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IL TRAGUARDO
10 agosto 2023

Miroslav Mihajlovic segue le orme di papà Sinisa per diventare allenatore di calcio

Il terzogenito di Sinisa Mihajlovic ha conseguito dalla Figc il primo patentino per allenare: "Caro papà da lassù mi darai forza come hai sempre fatto"

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Miroslav Mihajlovic - figlio di Sinisa, scomparso lo scorso dicembre dopo una lunga battaglia contro la leucemia - sta seguendo le orme del padre per diventare allenatore di calcio. Il terzogenito di Sinisa Mihajlovic e Arianna Rapaccioni ha fatto sapere nelle sue storie su Instagram di aver conseguito dalla Figc il patentino Uefa C, il primo livello disponibile per chi intende allenare. "Caro papà, sei e sarai sempre il mio orgoglio e la mia fonte di ispirazione. Cercherò in tutti i modi di renderti orgoglioso, perché da lassù mi guarderai e mi darai forza come hai sempre fatto", sono state le toccanti parole che ha dedicato all'amato papà Miroslav Mihajlovic, 23 anni, che da oggi potrà allenare qualsiasi categoria giovanile a eccezione della Primavera. "Voglio arrivare in Serie A: alla Lazio, che amo, oppure in un altro club. Lo devo a mio padre e lo devo a me stesso, perché questa è la mia grande passione: allenare diventa una ragione di vita. Sono consapevole che non si può avere tutto e subito, e che il mio nome non deve pesare nelle scelte", ha raccontato in un'intervista a Il Messaggero Miroslav, che a gennaio è entrato nello staff tecnico della società romana dell'Urbetevere come collaboratore delle giovanili. "Ovvio che il cognome che porto ha un peso nel mondo del calcio e mi può agevolare: io sono orgoglioso di essere il figlio di Sinisa ma voglio fare la mia strada, senza sfruttare alcun favore. Non voglio che intorno a me si creino aspettative eccessive, soprattutto all'inizio, e dovrò dimostrare più degli altri se sono bravo oppure no. Non sono un raccomandato e non lo sarò mai, se qualcuno lo sosterrà andrò avanti per la mia strada senza preoccuparmi troppo. So chi sono e dove voglio arrivare", ha aggiunto Miroslav Mihajlovic, che ha già avuto alcune esperienze nel calcio: ha giocato nelle giovanili della Lazio, nel Tor di Quinto e per un breve periodo nella Primavera della Sampdoria, portando avanti parallelamente i suoi studi.

Miroslav Mihajlovic ricorda il padre Sinisa: "Mi sono innamorato di questo mestiere vivendo accanto a papà"

"Quello di diventare allenatore era un desiderio che avevo fin da bambino, mi sono innamorato di questo mestiere vivendo accanto a papà. Tutti lo hanno amato, ammirato e contestato come giocatore, io non ho avuto quella fortuna: sono cresciuto con Mihajlovic allenatore e ho capito che la mia strada sarebbe stata identica alla sua. Il fatto che se ne sia andato per sempre non mi ha condizionato e spinto a fare mosse che non desideravo. Faccio tutto nel suo ricordo e nel suo nome, consapevole che il mestiere di allenatore è quello che ho sempre sognato". "Ho imparato da lui cosa significa essere un uomo e quali sono i valori da non tradire mai. Di lui ammiravo il modo in cui si confrontava con i giocatori. Sempre schietto e onesto, anche se c'erano comunicazioni poco positive da fare. Lui era un duro, aveva il carattere di un serbo vero. Io sono più docile, mi sento italiano ma non per questo meno concentrato sugli obiettivi. Sarò sempre sincero davanti a un singolo o a una squadra, non mi aggrapperò a sotterfugi o meschinerie per portare avanti il mio lavoro. Questo mi ha insegnato Sinisa", ha aggiunto Miroslav Mihajlovic. "Grazie Sinisa per avermi dato dei figli meravigliosi. Sono il mio orgoglio più grande", ha commentato il traguardo del figlio la madre Arianna Rapaccioni, che con Sinisa Mihajlovic ha avuto altri quattro figli: Viktorija, Virginia, Dusan e Nicholas.

Sinisa Mihajlovic parla della malattia e della sua famiglia a Verissimo

Ospite a Verissimo nel 2020 con la moglie Arianna Rapaccioni, Sinisa Mihajlovic aveva parlato della malattia e si era commosso guardando le foto della sua famiglia: "Quando vedi i figli crescere allora capisci quanto sei vecchio", aveva detto l'allenatore, che aveva lanciato anche un messaggio a chi come lui si trovava ad affrontare una battaglia difficile: "Ho affrontato la malattia nel mio modo, ma gli altri non devono affrontare la loro lotta come ho fatto io. Io ho fatto così, ma altri possono affrontare la loro battaglia diversamente. L'importante è non perdere mai la voglia di vivere, di combattere". Arianna Rapaccioni, invece, aveva raccontato: "Io e mio marito abbiamo avuto lo stesso atteggiamento e la stessa reazione davanti alla sua malattia. Abbiamo voluto mostrarci positivi l'uno per l'altra, a costo di far finta di niente, per non farci preoccupare a vicenda. Abbiamo sempre mascherato le nostre paure".

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