Harry Potter e i Doni della Morte, pro e contro della divisione in due parti
Perché Harry Potter e i Doni della Morte è diviso in due parti? Questa scelta ha aiutato o peggiorato il finale della saga? I Doni della Morte: parte 1 andrà in onda il 6 aprile su Italia 1
Harry Potter e i Doni della Morte è il primo film della saga a essere tratto solo da una parte di un romanzo scritto da J.K.Rowling. Per i primi 6 film, ad ogni libro era corrisposto un film. L'idea di tradurre l'ultimo libro in due parti ha comportato una serie di caratteristiche e criticità dei capitoli conclusivi della storia. Harry Potter e i Doni della Morte: Parte 1 andrà in onda lunedì 6 aprile in prima serata su Italia 1. L'annuncio Nel marzo 2008, la Warner Bros. annunciò che l’ultimo romanzo della saga scritta da J.K. Rowling sarebbe stato trasposto in due film anziché in un unico episodio. La stessa scrittrice dichiara che le oltre 700 pagine del romanzo non potevano essere comprese con meno di 4 ore. “L'ultimo libro è così ricco, la storia così densa e c'è così tanto che si risolve che dopo averne discusso con Jo (Rowling), siamo giunti alla conclusione che erano necessarie due parti per rendergli giustizia”, è il commento del produttore David Heyman.
La produzione e la reazione dei fan A livello produttivo, il film è stato girato in continuità per poi essere diviso in fase di post-produzione. La spesa per la produzione è stata stimata attorno ai 150 milioni di sterline. I fan della saga accolsero con gioia la notizia. Molti di loro speravano di non dover ritrovare i tagli drastici o le mancanze di scene de L’Ordine della Fenice o Il Principe mezzosangue (qui potete leggere 3 domande rimaste senza risposta del sesto film). La ricerca degli Horcrux e la battaglia contro Voldemort sono descritte dalla Rowling come un viaggio fatto di tappe imprescindibili, dove quasi nessun capitolo o personaggio può essere sacrificato sull’altare della brevità cinematografica.
Lontani da casa e alla ricerca di un finale Qualcuno ha criticato I doni della morte: parte 1 per la mancanza di quel mix di umorismo, mistero e azione che erano propri di tutte le storie di Harry Potter. La divisione in due parti ha fatto concentrare la ricerca degli Horcrux (un compito incerto, contraddistinto da ansie e dubbi) in questa pellicola. Il settimo film è il capitolo in assoluto con più location, ma anche il primo lontano dalla comfort zone narrativa di Hogwarts. Dividere un libro in due film vuol dire anche andare alla ricerca di un cliffhanger (il momento di tensione massima in cui la narrazione viene sospesa creando la curiosità nello spettatore). Riguardo la ricerca del finale de I doni della morte: parte 1, il produttore David Heyman commenta: “Eravamo indecisi fra due diversi finali per il settimo film, e alla fine abbiamo scelto quello che ci è sembrato più emozionante, e secondo me più coraggioso, nel senso che non è quel che si aspetta la maggior parte degli spettatori. Volevamo dare un senso di compiutezza, da un lato, ma anche l'idea che la storia non si concluda così”.
Hunger Games e Twilight sui passi di Harry Potter Harry Potter e i Doni della Morte diede vita anche a un trend cinematografico. Furono diverse le saghe (soprattutto young adult) a seguire l'esempio del mago nella divisione del capitolo conclusivo in due parti. Breaking dawn, ultimo libro della saga di Twilight tratta dai romanzi di Stephenie Meyer, condivide con I doni della morte un ampio testo di partenza, eppure furono molte le critiche per un film che si prende un po’ troppo tempo, costruendo scene ad hoc per riempire e giustificare la durata eccessiva. Discorso analogo per la trilogia di Hunger Games, scritta da Suzanne Collins. Anche in questo caso si pensò a due pellicole per Hunger Games: Il canto della rivolta. Il regista Francis Lawrence decise di dividere sapientemente il racconto: nella prima parte la preparazione alla rivolta e nella seconda il racconto della battaglia vera e propria.
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