Generale Claudio Graziano: "Putin mira a riaffermare un impero russo 2.0"
A Zona Bianca, parla il Generale Claudio Graziano, Presidente del Comitato militare dell'Unione Europea
In prima serata su Rete 4 a Zona Bianca, le dichiarazioni rilasciate dal generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Unione Europea, nell’intervista di Giuseppe Brindisi. "Abbiamo cominciato a preoccuparci troppo tardi, il 24 di febbraio quando Putin, con la sua invasione in Ucraina, ha portato le lancette della storia indietro di 70anni, dando un significato a quella che è assertività russa, cominciata con l’invasione della Georgia e continuata poi in Ucraina, in Siria, in Libia, in Africa, dando continuità a una mira evidentemente di riaffermare un impero russo 2.0 e di prendere sotto controllo la nazione e i paesi che avevano scelto liberamente di essere liberi e indipendenti, magari democrazie imperfette ma nazioni libere, quindi è giusto e doveroso essere preoccupati ed essere consapevoli che determinate parole che pensavamo rimosse dal vocabolario, come guerre, nemico, sono invece tornate e che bisogna essere pronti a difendersi, anzi, bisogna accrescere la nostra capacità di difesa", dichiara il generale Graziano. Riguardo l'evoluzione della guerra in Ucraina, il generale aggiunge: "Il 9 maggio è sicuramente una data simbolica, è sempre stata una data simbolica, prima per l’Unione Sovietica poi per la Russia, è anche un messaggio di propaganda e di forza, ricordiamo le parate degli anni scorsi in cui abbiamo visto delle forze russe che forse abbiamo anche sopravalutato almeno con riferimento alla prima fase del conflitto e alla incapacità di risolvere rapidamente com'era nelle intenzioni di Putin, nel fallimento della prima fase, in quella che lui pensava essere una guerra lampo, una guerra a basso costo, che potesse immediatamente capovolgere il regime ucraino. Ma siamo passati a una seconda fase, a una guerra ancora più sanguinosa, con un uso ancora più indiscriminato di bombardamenti, e con il tentativo di prendere la fascia costiera e il controllo del Donbass". "Abbiamo il Donbass, il sud Ucraina e Transnistria. Il Cremlino sembra aver spostato più in la il suo obiettivo. Quando si ferma?", chiede Giuseppe Brindisi. "Putin si ferma quando avrà raggiunto i suoi obiettivi, che sono quelli di ricostruire un grande paese influente a livello globale e rientrare nelle competizioni della super potenza; la Russia vuole essere di nuovo una super potenza, una grande potenza dominante. Evidentemente il suo primo obiettivo era il capovolgimento dell’Ucraina, noi però abbiamo sempre pensato che volesse, come obiettivo, prendere il controllo della fascia del Mar Nero, il Donbass, riducendo l’Ucraina a uno stato continentale. Si fermerà quando raggiungerà i suoi obiettivi. E se non sarà in condizione di raggiungerli perché l’Ucraina, e quindi il mondo libero, riuscirà a fermarlo nella sua offensiva, questo non vuol dire che si fermerà nelle sue mire espansionistiche che secondo me rimarranno immutate; il problema è che si è ricostruita una situazione abbastanza simile a quella della guerra fredda ma in più con una guerra guerreggiata e quindi Putin si fermerà soltanto quando raggiunto i propri obiettivi in generale di controllo ed espansione che sono sicuramente di controllo dell’Ucraina, un’ Ucraina fuori dalla Nato e neutralizzata, ma soprattutto vuole fare vedere che lui ha la forza e la volontà di usare le armi, che magari l’Occidente è più potente e più ricco ma non ha la sua volontà di ottenere gli obiettivi con le armi", spiega Graziano. TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU MEDIASET INFINITY MAGAZINE