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L'intervista06 dicembre 2025

Paolo Curi: "Mia moglie morta proteggendo nostra figlia nella strage di Corinaldo"

Il racconto della notte del 7 dicembre 2018 durante la strage di Corinaldo: "Pensavo che mi moglie e mia figlia fossero salve"
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A Verissimo, Paolo Curi ripercorre la tragedia vissuta la notte della strage di Corinaldo, quando la moglie Eleonora, 39 anni, perse la vita schiacciata nella calca insieme ad altre cinque persone.

Quella uscita era un piccolo regalo per Eleonora, madre di quattro figli, che da mesi non aveva più momenti per sé: "Alessandro ancora prendeva il latte materno da lei, quindi anche le uscite erano state molto ridotte. Quella sera era un suo primo stacco dopo un po'".

Paolo ed Eleonora erano convinti di partecipare a un concerto, un appuntamento che negli anni era diventato una tradizione: "Avevamo questa abitudine con Gemma di andare a vedere un concerto ogni anno. Noi pensavamo di andare a un concerto, poi ci siamo trovati in tutt'altro posto".

Arrivati però al locale, era chiaro che qualcosa non tornava: "Sono arrivato lì alle nove e mezza e continuava ad arrivare gente". Ad un certo punto, qualcuno ha rilasciato dello spray urticante: "È una vampata vera e propria, un bruciore forte. L’istinto di tutti è stato quello di andare verso le uscite".

Nella corsa disperata, Paolo perde di vista moglie e figlia: "Ero leggermente più avanti di loro. Io sono stato buttato fuori da tutta questa massa che mi ha spinto, io per cento metri ho camminato senza muovere le gambe".

Le uscite non sarebbero state a norma: "Questa uscita era fatta con tante scale, con una ringhiera tutta arrugginita e ha fatto cascare le persone". Poi la voce della figlia che lo richiama alla vita: "Lei mi chiama babbo, mi diceva: babbo, babbo, vieni".

Ma accanto a lei, Eleonora era già priva di sensi: "M’ha detto: Mamma non si alza, mamma non mi risponde. E io sono corso lì. Ho provato a fargli respirazione bocca a bocca, però non dava segno".

Per ore non gli viene detto nulla: "Non me l'hanno fatta più vedere per quattro o cinque ore e neanche mi dicevano che era morta. Io ero come impazzito".

La notizia definitiva arriva alle quattro del mattino: "Se vado giù anch'io, non riesco a tirar più fuori il meglio da loro". E aggiunge: "Abbiamo dovuto andare via da quella casa bellissima, io ho dovuto cambiare lavoro, un lavoro più tranquillo, con meno ore, però anche con un salario diverso".