Romina Carrisi parla della maternità: “Ti eleva al divino, ma non dormi e stai sempre a pulire"
Romina Carrisi parla in un'intervista della sua vita da mamma e rivela: "Nel 2020 mi hanno diagnosticato la depressione, prendo farmaci, ho provato a smettere, ma purtroppo non è possibile. Axel e Stefano hanno portato pace anche li, dentro di me"
"Che sensazione si prova ad essere mamma? Strana. Ti esplode dentro un amore che non hai mai provato, nemmeno per un genitore o un fratello o un fidanzato. Allo stesso tempo scopri un lato di te che esisteva di già. Ti eleva al divino e ti fa piombare nel prosaico, nel terrestre: non dormi, ti sembra che la terra tremi, stai sempre a pulire": Romina Carrisi parla in un'intervista a Oggi della sua vita da mamma. Proprio di recente, Romina aveva condiviso uno scatto della sua "straordinaria normalità" in cui era intenta a sistemare la casa e a occuparsi del figlio, nato a gennaio 2024 dalla relazione con Stefano Rastelli.
Riguardo al particolare nome scelto per il figlio Axel Lupo, Romina Carrisi spiega: "Mi piace il suono, che è lo stesso in tutte le lingue: non c'è mai una pronuncia 'sbagliata'. In America mi chiamavano Rouina, Romna... Era una storpiatura continua. Ma soprattutto adoro il significato: Axel vuol dire 'portatore di pace'. Infatti - come rivela Romina - il piccolo Axel ha saputo portare pace nella sua famiglia: "Mia madre (Romina Power) e mio padre (Albano Carrisi) sono più distesi, tra loro e con me. Sono tornati ragazzini, ci giocano, vogliono vederlo sempre: se potessero, si trasferirebbero qui".
Al momento Romina Carrisi non pensa di far battezzare il figlio: "In questo ho seguito mia sorella Cristel, mia nonna Yolanda ci avrebbe crocefisso. Non è nei piani, il battesimo". Nel corso dell'intervista, Romina Carrisi rivela anche di soffrire di depressione e che il figlio ha saputo portare nella sua vita una ventata di serenità: "Nel 2020 mi hanno diagnosticato la depressione. Ci convivi, ma almeno lo sai che questo modo di percepire il mondo, questa ipersensibilità, è una malattia che è nata con te. Ho momenti in cui alzarmi dal letto è come scalare il K2, prendo farmaci, ho provato a smettere, ma purtroppo non è possibile. Axel e Stefano hanno portato pace anche lì, dentro di me".