Lo sfogo di Robbie Williams: “Non siamo obbligati a dire di sì alle foto con i fan”
Il cantautore condivide una riflessione sulle continue richieste dei fan: "L’interazione sociale mi spaventa a tal punto che per anni non sono uscito di casa. Un tempo interagire senza uso di droghe e alcol mi era impossibile"

Robbie Williams condivide sui social una riflessione sulle continue richieste di foto e autografi da parte dei fan. Il cantautore, 51 anni, scrive in un lungo messaggio: "Sono seduto su un volo interno, attraversando l’America. Finora ho avuto tre interazioni con altri passeggeri. Uno di loro mi ha dato un biglietto molto gentile – parole carine sul mio documentario – e poi mi ha chiesto una foto. Ho risposto con un altro biglietto. Ho spiegato che ero sveglio dalle 4:30 del mattino, avevo dormito solo due ore e avevo portato quattro bambini attraverso l’aeroporto. Ho le occhiaie e sto lottando con l’ansia. Ho spiegato che se fossero venuti a fare una foto con me, la mia ansia sarebbe salita alle stelle – perché allora tutta la cabina avrebbe iniziato a chiedersi chi sono".
Robbie Williams spiega di soffrire di ansia: "Quel tipo di attenzione non farebbe che aumentare l’ansia che già ho per il semplice fatto di 'essere fuori'. Non ho detto di no – ho risposto, ho dato il biglietto, e ho scritto: 'Tante persone hanno una foto con me, ma nessuno ha uno di questi'". Poi sono arrivate altre richieste di foto: "È arrivato un adorabile assistente di volo e ha detto che c’era un uomo in fondo all’aereo, grande fan di Rock DJ, che si chiedeva se potesse venire a fare una foto. Ho scritto un messaggio simile sul retro del mio biglietto aereo e ho detto che, una volta atterrati, avrei cercato di tenere insieme quattro bambini. Ancora una volta, non ho detto di no. Speravo solo che il biglietto fosse sufficiente. Mentre scrivevo quello, un altro passeggero si è avvicinato e ha semplicemente chiesto una foto. Ho acconsentito".
"Oggi vedo tutto questo come un servizio. Se rende qualcuno felice – e posso farlo – allora farò del mio meglio per facilitare quella felicità. Non l’ho sempre vista così. Ma adesso sì. Per lo più. Però credo che ci sia bisogno di una premessa. Lascia che provi a spiegare. Esiste una specie di legge non scritta: se sei una celebrità, devi essere accessibile 24/7. Devi accogliere tutti gli sconosciuti come se fossi il sindaco della città più bella del mondo. Soddisfare i loro desideri, qualunque essi siano. Altrimenti sei uno stronzo. Non c’è via di mezzo", prosegue il cantautore, papà di Theodora Rose (2012), Charlton Valentin (2014), Colette Josephine (2018) e Beau Benedict Enthoven (2020), avuti con la moglie Ayda Field a cui è legato dal 2006.
Robbie Williams si interroga quindi su quante foto dovrebbe scattare una star con i fan per non sembrare appunto sgarbata. E afferma che alcune delle persone che gli chiedono foto, secondo lui, non sono davvero suoi fan: "Credo che oltre il 50 per cento – probabilmente molti di più – non saprebbe nominare nemmeno uno dei miei album, figuriamoci dire di aver comprato un biglietto per un mio concerto. Non sono fan di me, sono fan della fama. Ora ascolta se ci incontriamo per caso e sei davvero un mio fan, voglio che tu me lo dica. Significa tanto. Troverò del tempo. Ne sarò grato. Mi scalda il cuore quando sento di aver scaldato il tuo".
Il cantautore invita a riflettere sul fatto che chi gli chiede una foto spesso pensa di essere un caso isolato e quindi non percepisce il disagio che le continue richieste possono creare all'altra persona. "Ogni interazione – con sconosciuti o anche con persone che conosco bene – mi provoca disagio. Lo maschero bene. Ma l’interazione sociale mi spaventa ancora. A tal punto che per anni non sono uscito di casa. Ho dovuto reimparare come interagire. E farlo senza droghe o alcol un tempo mi era impossibile. Ora me la cavo. Ma dentro, sto ancora strisciando. Ogni volta che uno sconosciuto si avvicina – e sono sconosciuti – vado in panico".
Robbie Williams invita a riflettere sul fatto che anche una celebrità è una persona con i suoi problemi e la sua vita privata. "Non sto dicendo di non chiedere. Puoi farlo. E non sto dicendo che tutte le celebrità siano sante. Siamo nella stessa proporzione di buoni e cattivi di qualsiasi altro luogo di lavoro. Guardati intorno, alcune persone sono semplicemente stronze. Quello che sto dicendo è: lasciate che le persone siano persone. Esseri umani, che lottano – come tutti noi – in un modo o nell’altro. Concedete alle persone la dignità della loro privacy, dei loro desideri, dei loro bisogni. Perché la maggior parte di noi sta solo cercando di proteggere se stessa: mentalmente, fisicamente, o entrambi. Proprio come voi", conclude il cantautore.