Patrick Zaki: "La violenza psicologica è stata più tosta da sopportare di quella fisica"
Dalle urla dei condannati a morte alle scosse elettriche: l’attivista per i diritti umani Patrick Zaki racconta a Verissimo i suoi 20 mesi di detenzione in Egitto
Patrick Zaki ripercorre a Verissimo il difficile periodo in cui ha vissuto in carcere in Egitto: "Quando mi hanno fermato in aeroporto, avevo capito cosa sarebbe successo. È stato davvero pesante ed è stato difficile non perdere la lucidità".
Arrestato per il suo impegno per i diritti umani, Patrick Zaki ha trascorso 20 mesi in prigione in cui lui stesso ha vissuto la dolorosa esperienza delle torture fisiche - tra cui le scosse elettriche - e in cui ha sentito le urla disperate dei condannati a morte.
"La violenza psicologica è stata più tosta da sopportare di quella fisica", afferma l'attivista. Patrick Zaki definisce le scosse elettriche "un'esperienza traumatica". E racconta il dolore delle urla dei condannati a morte: "Una delle esperienze più difficili è stata sentire la mattina presto quelle grida".
Patrick Zaki, che è stato condannato ma poi graziato, è tornato in Italia a luglio del 2023: "Sono grato all'Italia per il sostegno. Oggi mi considero un bolognese. Bologna è una città generosa e le persone sono gentili con me".