Marco Giallini: "Sono in lockdown da quando è morta mia moglie"
"Morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze", ha detto l'attore in un'intervista al Corriere della Sera

Sono passati quasi 10 anni da quando è morta Loredana, ma per Marco Giallini il ricordo è ancora vivido e fa male. "Il dolore non passa. Ti dimentichi un po’ la voce", dice in un'intervista al Corriere della Sera. "Sono in lockdown da quando è morta Loredana", afferma l'attore, sei volte candidato ai David di Donatello. E torna con la mente al buio che è seguito alla perdita: "Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi, capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze". Giallini si è trovato così a crescere da solo due figli che allora avevano 12 e 5 anni: "Il grande, una volta, mi disse: io l’adolescenza non l’ho avuta, mamma è morta che avevo 12 anni e non ho avuto nessuno da punire". L'attore afferma anche di non essersi più innamorato dopo la scomparsa di Loredana: "Innamorato ero di mia moglie. Per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una". E ammette che, a volte, parla ancora con lei: "Quando sto solo e qualcosa non va. Dico: Eh amore mio...". Ospite a Verissimo, Giallini aveva parlato della scomparsa della moglie: "Quello che è successo, così improvvisamente poi, non si esorcizza. Puoi solo provare a rimuoverlo. So che può sembrare brutto, ma inizio ad andare al cimitero solo adesso. Ancora non posso credere che stia lì".