A Verissimo Daniela Zurria racconta la storia della figlia Sofia Castelli, uccisa nel sonno a soli 20 anni nel 2023 dall’ex fidanzato che si era nascosto nell'armadio della camera da letto per poi accoltellarla nel sonno. Sofia era rientrata a casa, a Cologno Monzese, insieme all'amica Aurora dopo una serata in discoteca. I genitori di Sofia erano in Sardegna per l'anniversario dei genitori di Daniela e l'ex della giovane, Zakaria Atqaoui, si era intrufolato in casa dopo essersi impadronito della chiavi dell'abitazione.
"Ventiquattro anni di carcere non sono una pena giusta - dice Daniela Zurria in merito alla pena inflitta all'assassino di sua figlia - La rabbia più grande è legata al fatto che nonostante la premeditazione accertata gli hanno dato comunque delle attenuanti. Quello lo trovo ingiusto, perché altrimenti avrebbe potuto avere l'ergastolo. Chi decide di uccidere non dovrebbe avere diritto alle attenuanti".
"All'inizio si pensa di morire con la propria figlia - dice Daniela Zurria dopo il femminicidio di Sofia - Sembra quasi una cosa dovuta, inevitabile, è successa una cosa troppo grande, troppo dolore. Poi ti accorgi che dopo qualche giorno ricominci a mangiare, a dormire, e allora dici 'va bene, allora vivo anche per lei'. Per andare avanti penso sempre che Sofia sia vicino a me, che mi dà dei piccoli segnali della sua presenza. Staccarmi da lei non è possibile".
Riguardo l'assassino di sua figlia Sofia, Daniela Zurria aggiunge: "Lo conoscevamo bene, frequentava casa nostra da più di 4 anni. Era da solo e ci è venuto spontaneo accoglierlo. Quando ha avuto bisogno perché era rimasto senza casa lo abbiamo ospitato. Eravamo affezionati, gli volevamo bene".
"Io dormo tutte le notti in quel letto dove mia figlia è morta - dice Daniela Zurria sulla scelta presa insieme al marito di vivere nella casa dove Sofia è stata assassinata - La vita di Sofia è stata più forte della sua morte".