Christian Riganò, da calciatore a muratore: "Sono tornato a fare il mio lavoro, ne vado orgoglioso"
L'ex attaccante, che è stato anche capitano della Fiorentina, spiega in un'intervista la scelta di tornare a lavorare come muratore: "Non avendo avuto chiamate per allenare sono tornato a fare il mio lavoro"

Da muratore a calciatore e viceversa: Christian Riganò racconta al Corriere della Sera la sua storia. "Due cose so fare nella vita: i gol e il muratore. Così, dopo aver smesso di giocare, sono tornato a fare il mio mestiere: mi piace e ne vado orgoglioso", afferma l'ex attaccante, che ha giocato nel Messina ed è stato anche capitano della Fiorentina. Nato a Lipari nel 1974, fino all'età di 25 anni lavorava come muratore e si allenava di sera, poi la svolta nella sua carriera. "Ero al Taranto. Mi chiamò Giovanni Galli, chiedendomi di andare alla Fiorentina, che era finita in C2. Alla prima telefonata riattaccai, pensavo fosse uno scherzo", ricorda Christian Riganò. Riganò ha giocato fino al 2015, poi: "Non avendo avuto chiamate per allenare sono tornato a fare il mio lavoro". "Ho guadagnato bene e ne sono felice. Nella mia intera carriera, però, ho incassato quanto molti giocatori di media fascia oggi guadagnano in due tre mesi. Così, poi, bisogna tornare a lavorare", spiega l'ex calciatore. "Io sono questo: amo costruire e riparare le cose. Datemi una terra e, con due colleghi, siamo in grado di tirare su una casa", aggiunge Christian Riganò che però in futuro non esclude di poter tornare nel mondo del calcio: "Se poi arrivasse la chiamata giusta sarei pronto a tornare in panchina".