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L'intervista22 novembre 2025

Boris Becker: "In carcere ho temuto di morire e che qualcuno si approfittasse di me"

La leggenda del tennis parla a Verissimo dei mesi in carcere: "Non ero più Boris Becker, ma un numero di serie. Le prime notti sono state terribili"
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Boris Becker parla a Verissimo dei mesi in carcere, dopo che nel 2022 è stato condannato da un tribunale inglese a 30 mesi di reclusione, metà dei quali da trascorrere in carcere, per bancarotta fraudolenta. "Non mi sarei mai aspettato di finire in galera. La mia vita è sempre stata una montagna russa anche a causa del mio carattere perché mi spingo sempre ai limiti", afferma la leggenda del tennis, 58 anni. Dei 200 giorni in carcere ricorda: "Non ero più Boris Becker, ma un numero di serie. Le prime due notti sono state terribili. Nessuno ti spiega in anticipo come sarà. Il rumore delle prime notti era assordante: c'erano urla di persone che si ferivano da sole, urla di persone che soffrivano di depressione, di persone che volevano richiamare l'attenzione su di sé. Poi, con il tempo, ci si abitua".

Boris Becker rivela di aver avuto paura di essere ucciso in carcere: "Ci sono stati due episodi veramente difficili, una volta sono stato aiutato da una guardia e un'altra volta da altri detenuti". E il tennista ammette anche che il momento della doccia era quello più temuto: "Lì la porta viene chiusa e sappiamo tutti cosa può succedere. Quello che succede nella doccia, rimane nella doccia. Avevo paura che qualcuno si approfittasse di me. Per fortuna sono riuscito a creare dei legami con altri detenuti con cui ci proteggevamo a vicenda".

È rimasta sempre al suo fianco la moglie Lilian de Carvalho Monteiro."Non pensavo di incontrare una persona come Lilian, mi ha salvato in uno dei momenti più difficili della mia vita", afferma Boris Becker che con Lilian ha accolto la sua quinta figlia. Prima della sentenza, Boris Becker aveva chiesto a Lilian di interrompere la loro relazione e rifarsi una vita senza di lui. Ma lei non accettò quella richiesta. "Mi disse di andare avanti con la mia vita se le cose si fossero messe male, ma non mi è passato nemmeno per la testa di lasciarlo da solo. È stata la decisione più importante della mia vita", spiega Lilian de Carvalho Monteiro. Boris Becker aggiunge: "Stavamo insieme da un paio d'anni, quindi c'erano già delle basi di amore e rispetto, però non sapevamo quanti anni sarei stato in prigione in caso di condanna. Lei è una donna giovane, bellissima, di successo, non volevo che soffrisse per colpa mia. Quando le dissi di andare avanti senza di me, lei mi guardò come per dire: 'Come puoi chiedermi qualcosa del genere?'. Poi una volta in prigione era l'unica persona con cui volevo parlare".