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L'intervista09 novembre 2025

Antonietta Gargiulo: "Non posso pensare a quello che hanno provato le mie figlie perché potrei morire"

A Verissimo Antonietta Gargiulo, unica sopravvissuta alla strage di Cisterna di Latina, avvenuta per mano dell'ex marito che uccise le sue figlie prima di togliersi la vita
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A Verissimo l'intervista ad Antonietta Gargiulo, unica sopravvissuta alla strage di Cisterna di Latina, avvenuta nel 2018 per mano dell'ex marito, il carabiniere Luigi Capasso, che prima sparò alla moglie e poi uccise le loro due figlie, Alessia e Martina, e infine si tolse la vita.

"È stato complicato andare avanti perché la mia vita è stata distrutta in pochi minuti - dice Antonietta Gargiulo a Silvia Toffanin - Ho dovuto avvicinarmi alla mia storia molto lentamente, ci è voluto molto tempo per capire cosa è accaduto quel giorno."

"La violenza inizia sempre dai linguaggi che è una cosa che spesso si sottovaluta. Lui ha iniziato con le parole, aggressive, io per lui non ero mai abbastanza. È stata una cosa traumatica, come se non la volessi vedere, la accantonavo. La violenza è come un terremoto, toglie la terra sotto i piedi. Poi, quando è nata Alessia, la mia prima figlia, lui ha fatto un gesto molto brutto: prese un coltello e minacciò di ucciderci se la bambina non avesse smesso di piangere. L'ho denunciato la prima volta nel settembre 2017, quando si è presentato al lavoro da me con le bambine minacciandole di ucciderle".

Parlando delle sue figlie, Alessia e Martina, che hanno perso la vita per mano del loro padre, Antonietta dice: "Io non posso pensare a quello che hanno provato le mie figlie quel giorno perché potrei morire. Ho letto gli atti dopo due anni. Ho saputo poi che l'ultimo pensiero di Alessia è stato per me. Le mie figlie sono le persone che più mi hanno voluto bene al mondo".

Antonietta Gargiulo continua: "Dopo la notizia della morte delle bambine sono entrata in uno stato di shock. Quando mi hanno detto 'le sue figlie sono morte' è come se fosse entrato un gelo dentro di me, il nulla, una sensazione che non ho mai provato, Sono rimasta impietrita a guardare il soffitto dell'ospedale per giorni. Stavo in uno stato di vuoto, completamente paralizzata. Poi a un certo punto è come se ci fosse stata una presenza viva, un'energia che mi diceva 'mamma tu devi vivere'. A un certo punto ho avuto la consapevolezza di poter dare la voce alle mie figlie che non potevano più parlare, ma anche dare voce a tutte le donne. Così ho deciso che mi sarei alzata dal letto e mi sarei ripresa la mia dignità".