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DOCUMENTARIO
07 aprile 2022

Ritorno all'inferno, Toni Capuozzo ricorda l'assedio di Sarajevo

Il commosso ricordo di Toni Capuozzo dell'assedio di Sarajevo, documentate sul campo, a 30 anni di distanza

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1992-2022 - Ritorno all’Inferno è il documentario sul campo di Toni Capuozzo e del suo cameraman Igor Vucic - con la regia di Roberto Burchielli - che tornano a Sarajevo a 30 anni di distanza dall'inizio dell'assedio durante il conflitto dei Balcani. Il reportage, andato in onda sul canale tematico Focus, è disponibile in streaming on demand su Mediaset Infinity e qui sopra. Il viaggio riporta Capuozzo e Vucic a ritrovare persone e luoghi legati a quel drammatico periodo, evocati dalle immagini girate allora.

1992-2022 - Ritorno all’Inferno: l'assedio di Sarajevo

Uno dei momenti più cruenti della Guerra in Bosnia ed Erzegovina e il più lungo blocco nella storia bellica della fine del XX secolo. Vede scontrarsi le forze del governo bosniaco, che aveva dichiarato l'indipendenza dalla Jugoslavia, contro l'Armata Popolare Jugoslava (JNA) e le forze serbo-bosniache (VRS), che volevano annientare il neo-indipendente stato della Bosnia ed Erzegovina, per creare la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina. Nei mesi che precedono la guerra, le forze della JNA iniziano a schierare artiglieria e altri equipaggiamenti sulle colline che circondano la città. Nell'aprile 1992, il governo bosniaco chiede al governo della Jugoslavia di ritirare il contingente, ma Milošević acconsente solo per i soldati non bosniaci. Il 5 aprile 1992 i paramilitari serbi attaccano l'Accademia di Polizia di Sarajevo. Il 2 maggio 1992, Sarajevo viene completamente isolata dalle forze serbo-bosniache. Le principali strade che conducono alla città vengono bloccate, così come i rifornimenti di viveri e medicine. I servizi come l'acqua, l'elettricità e il riscaldamento sono tagliati. Anche se inferiori di numero ai difensori bosniaci in città, i soldati serbi intorno a Sarajevo sono meglio armati. Dopo il fallimento dei tentativi iniziali di assaltare la città con le colonne corazzate della JNA, le forze di assedio cannoneggiarono Sarajevo dai 200 bunker sulle montagne. Nella seconda metà del 1992 e nella prima del 1993 l'assedio raggiunge l’apice della violenza dei combattimenti. Vengono commesse gravi atrocità, con i bombardamenti di artiglieria che continuavano a colpire i difensori. Gran parte delle principali posizioni militari e le riserve di armi all'interno della città sono sotto il controllo dei serbi, che impediscono i rifornimenti ai difensori. Ma è solo l'inizio: l'assedio prosegue per quattro anni, con indicibili sofferenze per la popolazione. L'isolamento, dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996, registra più di 12mila vittime, oltre 50mila feriti, l'85 per cento dei quali tra i civili. Al termine, la popolazione è ridotta a 334.664 persone, il 64 per cento della pre-bellica. TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU MEDIASET INFINITY MAGAZINE

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