Varese, Lavinia Limido sfregiata dall’ex compagno: "I processi tengono vive le cose"
Al processo di Varese per l’omicidio del suocero e il tentato omicidio di Lavinia Limido, la donna sfregiata dall’ex descrive le difficoltà di raccontare l’accaduto in tribunale
A Dentro la notizia parla Lavinia Limido, la donna che sarebbe stata sfregiata con un coltello il 6 maggio 2024 dall'ex compagno Marco Manfrinati, imputato per l’omicidio del suocero e per il tentato omicidio dell’ex moglie. Giovedì 11 settembre la donna avrebbe raccontato l’accaduto davanti alla Corte d’Assise.
Lavinia Limido descrive in diretta le sensazioni vissute durante la testimonianza: "Oggi è stata una giornata pesante, perché i processi tengono vive le cose. Non hai un dolore da elaborare e basta, ma hai un dolore che viene sempre rimestato e sul quale ti vengono chiesti dei dettagli che a fronte di quello che è successo ti sembrano delle pochezze, cose assolutamente irrilevanti".
La donna aggiunge: "È pesante raccontarlo, è pesante riviverlo, è pesante sapere che ci sono dei professionisti che cercano di farti delle pulci su delle cose che non contano niente rispetto alla gravità di quello che è successo a me, a mio papà e a tutta la mia famiglia, perché gli effetti di questa cosa chiaramente non si spiegano solo su noi due".

Limido sottolinea l’assenza dell’imputato in aula: "L’unica nota positiva è stata che l’assassino non era presente in aula. La sua presenza avrebbe accentuato ulteriormente il peso di questa giornata e grazie al cielo questo mi è stato risparmiato".
La donna parla poi delle difficoltà nel rendere comprensibile la propria esperienza: "Io mi sento sempre in difficoltà perché ho paura di non riuscire a trasmettere veramente quello che è successo, perché il sentimento della paura lo capisce solo chi lo vive. Per cui tradurre in parole certi sentimenti così strani è complesso".
Limido conclude evidenziando l’importanza delle immagini e dell’audio delle telecamere: "Tutto era stato ripreso da una telecamera e quindi fortunatamente le immagini e l’audio parlano da sé. Spero di essere stata in grado di trasmettere quello che io ho vissuto per anni e di cui questo è stato l’epilogo. Se non ci sono riuscita, secondo me la mia faccia di adesso e il video vengono in mio soccorso".