Garlasco, parla l'ex carabiniere al centro dell'inchiesta su Venditti: "Mai avuto rapporti con la famiglia Sempio"
Silvio Sapone, ex carabiniere citato nell’inchiesta su Venditti e il caso Garlasco, chiarisce a Dentro la notizia i suoi limitati contatti con l’indagato e respinge le accuse di rapporti opachi con i Sempio
A Dentro la notizia parla Silvio Sapone, l’ex carabiniere coinvolto nell’inchiesta su Venditti e sui presunti rapporti con la famiglia Sempio. La Procura di Brescia indaga per corruzione in atti giudiziari: secondo l’accusa, l’ex procuratore avrebbe ricevuto tra i 20mila e i 30mila euro per archiviare le indagini a carico di Andrea Sempio nel 2017, legate al caso di Garlasco.
L’attenzione si concentrerebbe ora sulle intercettazioni non trascritte, considerate oggi centrali. L’ex carabiniere si difende: "Chi è che ha proceduto alla intercettazione? Se non viene trascritto come telefonata interessante o meno e vengono estrapolate, è chiaro che uno poi come fa a saperla".

Alla domanda sul perché quelle conversazioni non siano state messe a verbale, Sapone replica: "Io non ero quello addetto all’ascolto".
Le contestazioni, però, riguarderebbero proprio il mancato trasferimento delle telefonate oggi considerate decisive. Sapone ribadisce: "Di queste l’ho saputo adesso io, non all’epoca. Io non le ho sentite quelle telefonate. Io personalmente non ho ascoltato quelle telefonato. Il lavoro non è stato fatto da me e Spoto, è stato fatto dall’intera sezione che c’era all’epoca".
Sapone ricostruisce i suoi rapporti con l’indagato, dichiarando di averlo visto solo in due occasioni e di non aver mai avuto contatti diretti con lui o con la famiglia: "Io non ho avuto mai contatto ad eccezione di quella volta che l'ho visto in procura quando c'è stato l'interrogatorio e una volta dove lavorava, che lo stavano pedinando per capire dove lavorava".