Simone Biles accusa l'Fbi di "negligenza" nell'indagine sugli abusi sessuali
La testimonianza in lacrime della ginnasta statunitense davanti alla commissione giustizia del Senato
"È un mio onore e privilegio condannarla. Ho appena firmato la sua condanna a morte. Il suo prossimo tribunale sarà quello di Dio". Con queste parole nel 2018 la giudice Rosemarie Aquilina condannava Larry Nassar, ex medico della Nazionale Usa di ginnastica artistica, a 176 anni di reclusione per aver abusato sessualmente di centinaia di atlete. Nelle scorse ore la ginnasta Simone Biles - e come lei anche le ginnaste Aly Raisman, McKayla Maroney e Maggie Nichols - sono tornate a parlare dell'indagine sugli abusi nella ginnastica artistica e hanno puntato il dito contro Nassar, ma anche contro l'intero sistema e contro l'Fbi, accusando il Federal Bureau of Investigation di "negligenza". "La colpa è di Larry Nasser ma anche del sistema che gli ha consentito di continuare a perpetrare i suoi abusi", ha detto in lacrime Simone Biles davanti alla Commissione giustizia del Senato. E ha aggiunto: "Sono una vittima di abusi sessuali e le circostanze che hanno portato a questo e hanno lasciato che continuassero sono direttamente legate al fatto che le organizzazioni create dal Congresso per proteggere me come atleta, non hanno fatto il proprio lavoro". Biles ha puntato il dito contro l'Fbi accusando l'agenzia governativa di "aver chiuso un occhio" sugli abusi di Nasser. "Non voglio che un'altra giovane ginnasta, un'altra atleta olimpica sperimenti l'orrore che centinaia di noi hanno provato a causa degli abusi di Larry Nassar. Le cicatrici di quanto accaduto continuano a vivere con ognuna di noi", ha detto la star della ginnastica, vincitrice di sette medaglie alle Olimpiadi, che di recente aveva fatto un passo indietro ai Giochi di Tokyo per dedicarsi alla sua salute mentale.