Silvio Berlusconi su intercettazioni: "Non possiamo trattare tutti come sospetti mafiosi"

Dalle intercettazioni alla lotta alla mafia, dai primi 100 giorni del governo Meloni al caro benzina, Silvio Berlusconi parla in prima serata su Retequattro nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio. Al centro dell'intervista condotta da Paolo Del Debbio anche l'arresto di Matteo Messina Denaro. "Le intercettazioni sono uno strumento necessario, indispensabile per le indagini di mafia e di terrorismo. In questi casi nessuno le vuole proibire e naturalmente neppure noi. Però non si può nemmeno pensare di trattare tutti gli italiani come se fossero sospetti mafiosi o sospetti terroristi. Si può e anzi si deve combattere la mafia e la criminalità però senza violare la libertà di cittadini e innocenti". Silvio Berlusconi commenta così la lotta alla mafia del governo Meloni e l'arresto di Matteo Messina Denaro: "Naturalmente mi sono sentito sollevato come quando si è terminato un lavoro. Quando ero presidente del Consiglio i miei governi avevano arrestato quasi 7000 mafiosi e anche 29 dei 30 più pericolosi latitanti per reati di mafia e di camorra. Ne era rimasto in libertà solo uno e il suo nome era Messina Denaro. Oggi un altro governo, ancora di centrodestra, ha completato l'opera". Bilancio dunque positivo sui primi cento giorni del governo Meloni: "Sono soddisfatto, tenendo conto del poco tempo a disposizione e della necessità di amalgamare una nuova squadra di governo. Anche se c'è ancora molto da fare". L'ex premier, infine, parla anche dell'importanza del Giorno della Memoria: "Non basta ricordare: non ha senso piangere gli ebrei uccisi se non si sta dalla parte di quelli vivi, delle Comunità Ebraiche che spesso anche oggi, ancora oggi sono vittime di pericolosi atti di antisemitismo. Ma soprattutto non basta ricordare se non si difende lo stato di Israele". TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU MEDIASET INFINITY MAGAZINE