Roberto Bolle, il ricordo di Carla Fracci: "Ero terrorizzato la prima volta che ho ballato con lei"
Il ballerino, in un'intervista al Corriere della Sera, ricorda la grande étoile della Scala
Due icone della danza, entrambi unici, ineguagliabili. Il percorso artistico di Roberto Bolle e di Carla Fracci ha diversi punti in comune: la formazione alla Scala, gli anni all’American Ballet Theatre, le esibizioni insieme. Ora il grande ballerino ricorda l'étoile, scomparsa all'età di 84 anni. "Era un riferimento per me, da sempre. Ha rappresentato la danza italiana nel mondo: nessun altro nome era conosciuto e riconosciuto come il suo", dice Bolle in un'intervista al Corriere della Sera. Il ballerino ricorda poi il primo ballo insieme: "Io ero appena entrato nel corpo di ballo e mi sono trovato a ballare con lei Lo spettro della rosa in Giappone". "Io ero terrorizzato, più ancora che per il mio debutto nel ruolo, per il fatto di dover ballare con l’icona della danza come lei. Avevo un timore reverenziale unito all’agitazione all’idea di sbagliare qualcosa", ammette Bolle. Il ballerino condivide con il quotidiano milanese un ricordo affettuoso: "Nonostante fosse un mito mi ha aiutato moltissimo, non mi ha messo mai a disagio o in una posizione difficile: mi ha sempre supportato". E ha fatto tesoro dei suoi consigli: "Erano soprattutto sull’interpretazione, più che sulla tecnica. Devo anche a quelle indicazioni la mia crescita". Ma l'ammirazione di Bolle per Fracci va oltre le sue qualità di ballerina: "Le va riconosciuto il merito enorme di aver allargato il pubblico della danza, sperimentando e fregandosene delle critiche dei puristi. Prima di lei la danza era un’arte per pochissimi. Lei ha cambiato l’immagine della ballerina classica: non ne aveva bisogno, il suo era il desiderio di allargare i confini". "Mancherà tanto a me e alla danza italiana", conclude il ballerino. Nel video sotto, i momenti salienti dell'intervista di Carla Fracci a Verissimo