Harry e Meghan "non hanno voluto che Archie fosse Conte di Dumbarton"
I duchi di Sussex, come riporta il Telegraph, hanno rifiutato il titolo per il primogenito, perché "dumb" in inglese significa "stupido"

Il principe Harry e Meghan Markle, che lo scorso 4 giugno hanno accolto la secondogenita Lilibet Diana, secondo quanto riferito da una fonte al Telegraph, hanno rifiutato il titolo scozzese di Conte di Dumbarton per il primogenito Archie, 2 anni, manifestando i propri timori in merito a possibili futuri atti di bullismo nei confronti del figlio, al quale sarebbe spettato di diritto il titolo, come eredità del padre. L'insider ha spiegato le ragioni del rifiuto dei duchi di Sussex di concedere il titolo al primogenito: "Al principe Harry e Meghan Markle non piaceva l'idea che Archie fosse chiamato Conte di Dumbarton, perché il titolo inizia con la parola 'stupido'", ha dichiarato riferendosi al termine "dumb" la fonte, che ha poi aggiunto: "I duchi di Sussex erano a disagio al pensiero di possibili futuri inconvenienti". Il titolo di Conte di Dumbarton fa riferimento a Dumbarton, città nell'area del Dunbartonshire Occidentale, in Scozia, e fu creato per la prima volta il 9 marzo del 1675 per Lord George Douglas, fratello minore del primo Conte di Selkirk. In seguito alla morte del secondo conte, il titolo andò estinto nel 1749. Il principe Harry, il giorno del suo matrimonio con Meghan Markle, celebrato il 19 maggio del 2018, aveva ottenuto il titolo sussidiario di Conte di Dumbarton dalla regina Elisabetta. Meghan Markle lo scorso marzo, nella controversa intervista rilasciata a Oprah Winfrey con il marito, in cui la coppia aveva pesantemente attaccato la famiglia reale, aveva invece manifestato il proprio disappunto sul fatto che al primogenito non sarebbe spettato alcun titolo, a partire da quello di principe. Meghan aveva dichiarato che Archie sarebbe stato vittima di razzismo all'interno della royal family: "Nei mesi in cui ero incinta, ci dissero che ad Archie non sarebbe spettato nessun titolo, né gli sarebbe stata garantita la sicurezza. C'erano preoccupazioni e conversazioni su quanto sarebbe stata scura la sua pelle dopo la nascita". Tuttavia, in futuro, anche Archie e la sorellina Lilibet Diana potrebbero acquisire il titolo di "principe" e "principessa". Secondo le regole attuali, infatti, i bis-nipoti dei sovrani d'Inghilterra non sono "principi", tranne per i figli del primogenito del principe Carlo, ossia William, papà di George, Charlotte e Louis. Sono "principi" invece i nipoti del sovrano. Ciò significa che quando l'erede al trono Carlo diventerà re, dopo sua mamma Elisabetta II, automaticamente anche Archie e Lilibet saranno "principe" e "principessa". Tuttavia, dopo più di un secolo dall'entrata in vigore dell'attuale regolamento, che risale a Giorgio V, sembrerebbe che il principe del Galles sia intenzionato a cambiarlo una volta salito al trono, per tagliare i costi legati alla monarchia, escludendo di fatto i figli del principe Harry.

Il principe Harry, parlando del rapporto con il padre Carlo che, come riferito di recente dal Daily Mail in merito alla pubblicazione del bilancio reale, ha continuato a sussistere economicamente i duchi di Sussex fino all'estate dello scorso anno, elargendo a entrambi i figli e alle loro famiglie oltre 4 milioni di sterline, aveva raccontato a Oprah Winfrey: "Ce ne siamo andati per carenza di sostegno e comprensione. Sono riuscito a iniziare una nuova vita in America solo grazie all'eredità che mi ha lasciato mia madre Diana". Il duca di Sussex, che il prossimo primo luglio commemorerà la madre nel corso della cerimonia di inaugurazione di una statua in suo onore a Kensington Palace, nel giorno in cui la principessa avrebbe compiuto 60 anni, ospite del podcast Armchair Expert di Dax Shepar lo scorso maggio, parlando anche del primogenito Archie, aveva fornito dettagli sulla sua vita pre e post Megxit, raccontando: "La mia vita reale è un mix tra il Truman Show e vivere in uno zoo. In California posso camminare a testa alta e portare mio figlio Archie fuori, sul seggiolino della bicicletta, cosa che prima non avrei mai potuto fare. A Londra dovevo girare a testa bassa. Ora mi sento diverso, un po' più libero".