Giuseppe Noschese parla a Verissimo della scomparsa del figlio Michele, noto come dj Godzi, che è morto questa estate a Ibiza, in circostanze ancora poco chiare.
"Sono un medico, gestisco pazienti politraumatizzati e faccio formazione al personale che interviene in emergenza. So esattamente cosa è successo a mio figlio. Conosco bene le dinamiche sia in ambiente civile che militare. Si corre il rischio di produrre interventi sovradimensionati", afferma Giuseppe Noschese riferendosi all'intervento della Guardia Civil prima della morte del figlio. Giuseppe Noschese ha parlato direttamente con la Guardia Civil dopo la morte del figlio: "Ho sentito la necessità di andare dal comandante e dirgli il mio pensiero. Loro hanno trovato la persona sbagliata perché sono uno dei maggiori esperti nel campo e potrei raccontare benissimo com'è morto mio figlio, ma saranno gli atti ad accertarlo".
Giuseppe Noschese esprime quella che è la sua opinione sulla vicenda: "È stata una mancanza di formazione da parte di chi è intervenuto in una situazione di emergenza. Una situazione di emergenza si affronta in un altro modo". Giuseppe Noschese non esclude che il figlio possa aver assunto sostanze stupefacenti: "Incolpo Michele di aver fatto entrare amici in casa alle tre di notte. Lui poi li ha lasciati giù ed è salito di sopra con la ragazza. Potrebbero aver preso delle pasticche, anche Michele potrebbe averle prese. Non ho la certezza né in un senso né in un altro". Giuseppe Noschese però non ha mai avuto il sentore che il figlio facesse abuso di sostanze: "Se io avessi minimamente appurato uso di sostanze, non gli avrei dato la possibilità di restare a Ibiza".
"Spero che questa storia possa chiudersi rapidamente perché è una ferita sanguinante. La storia è questa e la dobbiamo piangere in famiglia, non c'è nulla che possa riportare Michele in famiglia, è una ferita che porteremo sempre dentro di noi", aggiunge Giuseppe Noschese.