Aurora Ramazzotti: “È bello che i miei genitori siano tornati amici”
"Il loro è un bel messaggio per le coppie che si separano", dice l'influencer, protagonista insieme alla mamma Michelle Hunziker del nuovo video del papà Eros Ramazzotti
Le difficoltà nel crescere come "figlia d'arte", la "sindrome dell'impostore", il rapporto tra i suoi genitori: Aurora Ramazzotti si racconta in un'intervista al Corriere della Sera. E parla anche della sua partecipazione, insieme alla mamma Michelle Hunziker, al video del papà Eros Ramazzotti.
Aurora Ramazzotti, il rapporto tra la mamma Michelle Hunziker e il papà Eros Ramazzotti
"Il video è stato un'idea di papà, ha fatto una sorpresa a me e a mia mamma perché ci siamo ritrovate sul set senza sapere una dell’altra. È stato un gesto di cuore", dice Aurora Ramazzotti, che martedì 28 giugno vedremo alla conduzione di Love Mi, il concerto benefico ideato da Fedez, che verrà trasmesso su Italia 1 e su Mediaset Infinity. Parlando del rapporto tra i suoi genitori, l'influencer e conduttrice aggiunge: "Nell’ultimo anno sono cambiate tante cose, loro sono tornati a essere amici e per me è una sensazione bellissima. L’anno scorso per la prima volta dopo tanti anni abbiamo festeggiato tutti insieme il mio compleanno, è un cerchio che si chiude, per me e per loro". "È anche un bel messaggio per i tanti che si separano e pensano che non si recupereranno mai i rapporti", aggiunge Aurora Ramazzotti.
Aurora Ramazzotti: "Il mio cognome a volte un peso nel lavoro"
L'influencer e conduttrice parla delle difficoltà incontrate nella sua carriera: "Nel lavoro il mio cognome è stato un peso: non sono mai stata raccomandata, anzi ho perso anche alcuni lavori proprio perché c’era chi voleva evitare polemiche". E aggiunge: "Ormai rido di questa cosa, però mi ha creato non pochi problemi, partono tutti prevenuti, già dal mio nome, la figlia di, viziata". Parlando invece del rapporto con le critiche: "Quelle costruttive le accetto, mentre non smette di ferirmi che mi diano della raccomandata: purtroppo è nel mio sangue, ci sono nata, fin da prima che iniziassi a fare questo lavoro, che poi ha amplificato ancor di più questo coro".
Aurora Ramazzotti e "la sindrome dell'impostore"
Aurora afferma di soffrire della "sindrome dell'impostore". "La mia paura è non essere all’altezza di quello che si aspettano gli altri. Io ho tante insicurezze, anche per essere figlia d’arte. A volte mi chiedo se ho scelto il percorso giusto, dietro le quinte succedono tante cose che non si possono dire ma che possono essere dolorose", spiega l'influencer e conduttrice. Per quanto riguarda la sua carriera: "Il mondo dei media e dell’intrattenimento sono cambiati tantissimo, non c’è più la categoria di conduzione come la sognavo io da bambina vedendo mia madre in tv". "Mi piace pensare di poter arrivare a un intrattenimento a tutto tondo, all’americana, partendo dalla comunicazione su Instagram che al momento è il fulcro del mio lavoro", spiega Aurora Ramazzotti. La sua più grande passione però rimane il canto: "Ho sempre avuto una grande paura di intraprendere quel percorso, anche perché mio papà mi ha sempre frenato per proteggermi. Ho studiato tanto canto, ma sono cresciuta con questa inibizione".
Aurora Ramazzotti, il rapporto con i social
Per quanto riguarda il rapporto con i social: "Cerco di utilizzare i social per farmi conoscere in maniera più spontanea. I social non sono la vita vera, ma cerco di essere il più vera possibile". E spiega: "Io vorrei essere al cento per cento me stessa, ma anche dagli errori del passato ho capito che non posso dire tutto. Sui social quindi non mento, al massimo ometto". Aurora, infine, parla anche della scelta di mostrarsi sui social al naturale, senza nascondere l'acne nell'ormai celebre foto, e della battaglia contro il cat-calling. "Pubblicare la mia foto con l’acne ha segnato un punto di svolta, un cambiamento per me stessa. La perfezione non esiste, ma non significa mostrarsi sempre 'a schifo', l’equilibrio è sempre difficile da raggiungere, ognuno ha il suo", dice. Per quanto riguarda invece il cat-calling: "Quella battaglia è una delle discussioni virali che mi ha fatto conoscere al grande pubblico inconsapevolmente, senza che lo cercassi. Ha avuto una risonanza incredibile, ma non dipendeva da me: dipendeva dal fatto che è un tema divisivo di cui molti volevano parlare".