Tradimento, intervista a Ercan Kesal: "Le poesie che Ali Sezai scrive a Güzide sono mie"
L'intervista esclusiva all'attore Ercan Kesal, che interpreta Ali Sezai nella serie tv Tradimento
Pubblichiamo l’intervista che l'attore di Tradimento Ercan Kesal ha rilasciato in esclusiva a Dreamers Magazine, il mensile dedicato ai protagonisti delle serie turche più amate. Per altri contenuti il nuovo numero ti aspetta in edicola oppure su dreamersmagazine.mediaset.it

Occhi profondi, cuore tenero. Ercan Kesal è il malinconico eroe romantico che dà il volto ad Ali Sezai, amore mai dimenticato di Güzide in Tradimento. Nella affascinante conversazione con lui, abbiamo scoperto che Ercan è tante cose: un lettore, uno scrittore, un poeta, uno psicologo. Ma anche un marito, un sognatore, uno stacanovista.
Non tutti sanno che questo attore così ombroso ed espressivo ha scritto una delle sceneggiature più apprezzate a livello internazionale, C’era una volta in Anatolia, che nasce da un’esperienza vissuta: “Nel 1984, durante il mio servizio obbligatorio nel distretto di Keskin, a Kırıkkale, ho passato una notte intera alla ricerca di un cadavere. Venticinque anni dopo quell'evento è diventato un film”, ci ha raccontato.
Nella vita sentimentale è altrettanto attento e appassionato: è sposato dal 2005 con Nazan Kesal, la Sevda di Terra Amara, una storia nata da una bella amicizia. Così parla di lei: “Nazo è la mia fortuna”, rivelandoci un’indole molto simile a quella del suo personaggio in Tradimento.
Ercan, il personaggio di Ali Sezai che interpreti nella serie Tradimento, è un uomo raffinato e sensibile. Qual è l’aspetto che preferisci di lui? “Il fatto che si comporti da adulto. Invece di incolpare gli altri, di pesare su di loro o di approfittarsene, si concentra su se stesso. Ha il coraggio di vivere il suo amore e il suo dolore in solitudine”.
Ali Sezai è un giurista, ma ha anche un’anima poetica. Come hai incarnato lo spirito di questo personaggio complesso? “La mia professione principale è la medicina. Sono un medico e ho una specializzazione in Psicologia Clinica, non vengo dal mondo della recitazione. Chiunque interpreti davanti alla macchina da presa non fa differenza: mostro sempre al pubblico una parte della mia anima complessa. Osservo tanto me stesso e traggo ispirazione da lì”.
Hai lavorato con Vahide Perçin, molto conosciuta in Turchia e ora anche in Italia. Com'è stata questa esperienza? “Mi sono sentito molto fortunato durante le riprese. Recitare accanto a qualcuno che rispetta e cura così tanto il proprio lavoro ha reso il mio compito più semplice. (Vahide, ndr) è stata anche una compagna di scuola e amica di mia moglie, è una persona che conosco e apprezzo da molto tempo”.
Qual è l’aspetto che ti piace di più di Ali Sezai? “Ama i libri. Il suo cognome gli si addice perfettamente! (il termine okuyan vuol dire “lettura” in turco, ndr). E poi è una persona gentile”.
In quali aspetti ti senti simile a lui? “Nella sua natura platonica. È introverso e profondamente romantico”.
C’è un momento particolare sul set di Tradimento che ti va di condividere con noi? “Vi svelo un segreto: le poesie che Ali Sezai scrive a Güzide sono in realtà poesie che scrissi io alla mia ragazza quando ero uno studente di Medicina negli anni ’80. È stata un’occasione per riscoprire la potenza e l’anima delle parole!”.
Credi negli amori perduti o incompiuti come Ali Sezai, oppure quando chiudi una relazione lo fai in modo netto? “In realtà credo che l’amore sia uno stato emotivo che emerge ancora di più quando si perde e matura attraverso il bruciante senso dell’impossibile! In Anatolia si dice: Ami ma non puoi stare insieme? Questo si chiama amore!”.
Sei sposato con l’attrice Nazan Kesal, che conosciamo dalla serie Terra Amara (dove interpretava Sevda, ndr). Come vi siete conosciuti? “Nazo è il mio secondo matrimonio. Dopo il primo, sono stato da solo tanti anni, poi ci siamo incontrati in un luogo in cui si discuteva del rapporto tra teatro e psicologia. Dopo una lunga amicizia, ci siamo sposati. Nazo è la mia fortuna!”.

Güzide viene tradita profondamente dalle persone che ama. Hai mai vissuto un’esperienza simile? “Nulla di ciò che riguarda l’animo umano mi è estraneo. Forse tutti hanno avuto momenti nel loro passato che definirebbero così. Credo che nessuno, me compreso, possa essere definito completamente buono o completamente cattivo”.
Cosa pensi della reazione di Güzide? “Il personaggio di Güzide ha reagito in un modo che rispecchia la sua natura e le sue emozioni. Qualunque cosa accada, credo che la cosa più importante sia non perdere mai il rispetto per se stessi”.
Come Ali Sezai, hai una personalità poliedrica: medico, attore, sceneggiatore, regista e scrittore. Quale aspetto di queste professioni ami di più? “Ciò che ha dato origine e continua a nutrire tutte queste attività è la mia identità di scrittore. Se non avessi letto e scritto, non avrei potuto fare nulla di tutto questo”.
In cosa credi? Quali sono i tuoi valori? “Non credo in niente se non nell’impegno e nel duro lavoro. Lavorare, impegnarsi, perseverare e creare. Credo nell’aggiungere del bene al mondo”.
Cosa fai nel tuo tempo libero? “Ogni volta che sento di avere del tempo libero, la prima cosa che faccio è prendere un libro e iniziare a leggere”.
Quali ricordi hai dei tuoi studi in Medicina e dei tuoi primi anni da medico? “Sono diventato medico a 23 anni e ho prestato servizio obbligatorio in Anatolia. Ho lavorato in piccoli centri abitati per molti anni, incontrando povertà, privazioni e superstizioni. Tornare nella terra in cui sono nato e cresciuto, questa volta come medico, mi ha fatto riscoprire il mio paese sotto una nuova luce. I miei ricordi sono più legati alle persone e alla società che alle sole esperienze medico-paziente”.
Hai scritto la sceneggiatura di C’era una volta in Anatolia, un film che ha ricevuto importanti riconoscimenti. Cosa ti ha ispirato? “Nel 1984, durante il mio servizio obbligatorio nel distretto di Keskin, a Kırıkkale, ho vissuto una notte intera alla ricerca di un cadavere. Venticinque anni dopo, nello stesso distretto e negli stessi luoghi, questa storia è diventata un film. Per questo considero la sceneggiatura di C’era una volta in Anatolia un testo autoetnografico. L’ispirazione principale proviene dai diari che scrivevo in quegli anni”.
C’è un regista che ammiri o con cui vorresti lavorare? “Sono stato fortunato anche in questo: ho sempre lavorato con grandi registi. Ci sono anche alcuni registi stranieri il cui lavoro mi influenza profondamente. Spero di ricevere buone sceneggiature e offerte da qualcuno di loro”.
Sei mai stato in Italia? “Certo, ci sono stato”.
Cosa ti ha colpito? “Ho amato Roma. Ho avuto la sensazione di trovarmi in una città vera e di comprendere quanto la civiltà sia un concetto duraturo e potente”.
Stai lavorando a qualche nuovo progetto? “Sono in fase di preparazione del mio secondo film da regista. La sceneggiatura è pronta e stiamo risolvendo questioni legate alla produzione. Spero di iniziare le riprese entro la fine dell’anno o poco dopo”.
In basso, rivediamo l'episodio 69 della serie, in cui Sezai confessa a Guzide il suo grande segreto riguardo alla moglie scomparsa anni prima.