Omicidio Cecchettin, lo zio di Giulia: "Spero non abbiano tolto le aggravanti a Turetta per la giovane età"
A Pomeriggio Cinque le dichiarazioni di Gino Cecchettin e degli zii della ragazza dopo la sentenza
Dopo la sentenza che condanna Filippo Turetta all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, l'ex fidanzata uccisa l'11 novembre 2023, con 75 coltellate, Pomeriggio Cinque ha raccolto le dichiarazioni del papà e degli zii della ragazza. "La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società e che nessuno mi darà indietro Giulia - ha commentato dopo aver seguito la sentenza - Non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri o rispetto a domani ed è una sensazione veramente strana perché pensavo di rimanere impassibile ma nel momento in cui si arriva a una sentenza così è chiaro che che è stata fatta giustizia, la rispetto, però penso che dovremmo fare di più come essere umani e non dovremmo trovarci in questo momento a discutere di pena". Quindi, rinnovando il suo impegno a proseguire la battaglia contro la violenza sulle donne, Gino Cecchettin ha aggiunto: "Come essere umano mi sento sconfitto. Come papà non è cambiato nulla rispetto a ieri, rispetto a un anno fa".
"Sono d'accordo con tutto quello che ha detto Gino, compreso il fatto che c'è da dibattere sulle aggravanti della crudeltà e dello stalking - ha aggiunto la zio di Giulia Cecchettin, Andrea Camerotto, soffermandosi sulle aggravanti non accolte riconosciute in aula -. Mi chiedo, in particolare, quali debbano essere le cose che portano a valutare la crudeltà in una situazione del genere". E aggiunge: "Non so se con la crudeltà associata sarebbe diventato un ergastolo più grande. Non cambia niente perché Giulia non tornerà con noi, ripartiamo con le nostre vite di sopravvivenza. Io l'ergastolo nei confronti di Filippo lo desideravo, ma non come vendetta. Di Filippo non mi interessa niente, mi spiace solo che si sia rovinato la vita e che l'abbia rovinata a tutti noi familiari, da parte mia e a tutta la sua famiglia". Osservazioni a cui fanno eco le parole dell'altro zio di Giulia, Alessio Cecchettin, il quale si concentra anche sull'altra aggravante non riconosciuta. "Lo stalking c'era tutto, non so come sia stata giudicata questa cosa". Mentre Andrea osserva ancora: "Spero che le aggravanti non siano state tolte per dare spazio a Filippo di uscire dal carcere ancora giovane. Spero che la motivazione non sia la giovane età dell'assassino, altrimenti non c'è parità di diritti".