
"Pronti a una pace giusta". L'ultimo discorso di Zelensky contiene tanto una precisa destinazione quanto il muro che ne sbarra la strada. Evoca la parola "pace", quasi a farsi largo tra gli spiragli, tutti per ora solo teorici, che la diplomazia mondiale prova a mettere sul tavolo, ma contemporaneamente il presidente ucraino ne detta le condizioni, destinate a restare - almeno adesso - lettera morta.