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L'ANNUNCIO
12 novembre 2020

Andrea Iannone e la condanna per doping: "Mi hanno strappato il cuore"

Andrea Iannone ha condiviso su Instagram il suo dolore per la squalifica per doping: "Soffro come di più non potrei". "I buoni vincono sempre", il commento della ex Giulia De Lellis

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Andrea Iannone, pilota di MotoGP, 31 anni, è stato condannato dal TAS di Losanna, il Tribunale Arbitrale dello Sport, con una squalifica di 4 anni per doping e ha condiviso tutta la sua amarezza su Instagram: "Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere. Mi hanno strappato il cuore, separandomi dal mio grande amore. Le motivazioni sono prive di senso logico e con dati di fatto sbagliati". E conclude: "Di certo non mi arrendo. Sapevo di affrontare i poteri forti, ma speravo. Speravo nell'onestà intellettuale e nell'affermazione della giustizia. In questo momento soffro come di più non potrei. Ma chi ha cercato di distruggere la mia vita, presto capirà quanta forza ho dentro il cuore. La forza dell'innocenza e soprattutto la coscienza pulita. Una sentenza può modificare gli eventi ma non l’uomo".

Andrea Iannone e la condanna per doping: "Mi hanno strappato il cuore"
Foto Instagram @giuliadelellis103

Tanti i commenti a supporto del motociclista, tra cui quello dell’ex fidanzata Giulia De Lellis, accanto a lui nel momento in cui Iannone era risultato positivo al doping: "I buoni vincono sempre, e tu lo sai. Prima o poi potrai dimostrare quanto vali, non arrenderti!”. Giulia De Lellis aveva già sostenuto l’innocenza del motociclista a Verissimo, lo scorso gennaio, quando ancora era nel pieno della sua storia d’amore con Andrea. "È un momento particolare della sua carriera dove io non posso fare altro che stargli vicino. Sono certa della sua innocenza e lui è molto determinato nel dimostrarla. Sono sicura che ci riuscirà", aveva raccontato l’influencer.

Andrea Iannone, era stato fermato il 17 dicembre scorso, ricevendo una sospensione di 18 mesi dalla Federmoto, perché positivo ai controlli antidoping del Gran Premio della Malesia. Il pilota si è sempre dichiarato innocente, sostenendo anche in tribunale di aver assunto quella sostanza in modo accidentale. I problemi legati alla pandemia da coronavirus hanno poi rallentato l’enunciazione della sentenza.

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