Avrebbe compiuto 80 anni questo 2 dicembre 2025. Gianni Versace - tra i più grandi creativi del fashion system italiano e stilista dall’abilità sartoriale straordinaria - vive ancora nel cuore e nella mente di coloro che gli hanno voluto bene e dei seguaci malinconici del suo estro artistico, dopo la scomparsa il 15 luglio 1997 per mano di Andrew Cunanan.
Una morte giunta come un fulmine a ciel sereno, avvenuta davanti a quella dimora tanto amata - Casa Casuarina, villa Anni ’30 acquistata da Gianni nel 1992 e situata al 1116 di Ocean Drive a Miami, dove il designer era solito trascorrere le vacanze insieme al suo compagno Antonio D’Amico - divenuta poi luogo che trasuda amarezza e mistero, non più di proprietà della famiglia.
Ora l’azienda fondata da Gianni Versace e che da sempre porta il suo cognome fa parte del Gruppo Prada - dopo l’annuncio dell’acquisizione del 100% da Capri Holding avvenuto lo scorso aprile - operazione finanziaria che si chiuderà proprio oggi 2 dicembre. Le redini passeranno in mano al figlio di Miuccia Prada, Lorenzo Bertelli, ma lo spirito di Gianni rimarrà vivo in quelle sette lettere che trionfano sulle boutique di tutto il mondo.
Un vero e proprio mito quello incarnato da Gianni Versace, come quelli che riempiono la sua immaginazione e gli studi da ragazzino, quando frequenta i primi anni del Liceo Classico Tommaso Campanella a Reggio Calabria, sua città natìa. Un luogo per lui magico, dove - fin dalla culla - inizia a respirare aria di tessuti e modelli e dove il suo gusto inizia ad affinarsi e personalizzarsi, portando alla formazione di quella stravaganza ed eccentricità che caratterizzano lo stile Versace.
Una realtà riconoscibile in ogni dettaglio delle sue creazioni, grazie alle linee e ai particolari iconici caratteristici dei bozzetti da lui disegnati, come la testa di medusa, divenuta uno dei simboli più emblematici della maison e nata da una delle maggiori fonti d’ispirazione dello stilista, la Magna Grecia.
Un bambino che vive immerso tra stoffe, aghi e racconti che fanno rivivere l’antichità classica nella vita di ogni giorno. Giovanni Maria Versace - detto Gianni - nasce a Reggio Calabria il 2 dicembre 1946 ed inizia ad assaporare cosa significhino termini come trama, ordito od orlo nell’atelier condotto dalla madre Franca – tra le più importanti sartorie italiane - situato in via Tommaso Gulli 13, in prossimità del Duomo. Un nido di artigianalità e maestria che porta con sé tutta la storia e l’essenza del mondo Versace e che costituisce la base culturale ed artistica artefice del destino dorato di questo designer iconico.
Qui, per diversi anni, ha brillato la boutique Versace, rappresentando così quanto fossero importanti per questa famiglia le proprie radici. Significati e sentimenti importanti che, nel 1992, portano Gianni Versace a dichiarare “Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d'Alta Moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l'Iliade, l’Odissea, l’Eneide, dove ho cominciato a respirare l'arte della Magna Grecia”.
L’anno della svolta è il 1972, quando a 25 anni Gianni si trasferisce a Milano per scavare un proprio spazio nel mondo patinato della moda, ricoprendo inizialmente il ruolo di stilista da Callaghan, posizione prima occupata dal grande Walter Albini. Inizia così il suo percorso da stilista, che poco dopo lo conduce da Genny ed Alma, senza mai abbandonare la sua filosofia secondo cui “il vero artista è il sarto”. Nel 1978 arriva la consacrazione nell’olimpo del fashion system: insieme al fratello Santo e a Claudio Luti fonda la maison Versace.
Da qui il gusto di Versace inizia a diffondersi e a formare l’immaginario collettivo. Gianni collabora con l’ambiente del teatro disegnando anche i costumi per la stagione del balletto 1981-1982 del Teatro Alla Scala e le sue campagne pubblicitarie vantano i nomi dei più grandi fotografi, da Richard Avedon a Bruce Weber fino a Steven Meisel e Mario Testino. Il mondo della moda, le passerelle e i fashion magazine hanno un nuovo protagonista, il quale - insieme ad altri grandi nomi come, ad esempio, Giorgio Armani o Krizia - ora è garanzia del Made in Italy in tutto il mondo.
Ma il fattore chiave che rende il mondo Versace un universo capace di imprimersi nella mente e nei cuori di pubblico, stampa e colleghi - anche grazie alle emozioni veicolate - è l’esplosione del fenomeno delle top model, di cui Gianni Versace fu un grande sostenitore. Nascono così sfilate che sono veri e propri show e campagne pubblicitarie da urlo.
Sono gli Anni ’90 e la moda fa sognare sia per merito di creazioni da mille e una notte sia grazie a divinità in carne e ossa che calcano le passerelle non solo “indossando” gli abiti dei più grandi stilisti, ma soprattutto “impersonificandoli” e donando loro quel quid in più che rende unici i look presentati. Gianni Versace è tra i fautori e protagonisti di questa nuova concezione di “glamour” in cui le grandi star sono le top model.
Sono le modelle più pagate e più in voga, vere dive delle catwalk e delle campagne pubblicitarie più importanti. Si chiamano Carla Bruni, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Chirsty Turlington, Stephanie Seymour, Helena Christensen, Yasmeen Ghauri, Nadja Auermann e Karen Mulder e sono loro le potenze dello star system, al pari dei più grandi attori di Hollywood.
Stelle che, insieme a Gianni, si muovono in una Milano che è il centro catalizzatore di industria, stampa e design, il fulcro di un’esplosione di vita e sensualità senza freni inibitori, dove il verbo che apre le porte è “osare”. E Gianni Versace fa questo: osa.
La sua audacia - unita a grandi competenze professionali e ad un estro creativo fuori dal comune - lo porta ad utilizzare nelle sue creazioni materiali innovativi, sperimentando e combinando forme originali, colori ed oggetti da prima neanche contemplati all’interno di un abito da passerella o da red carpet.
Un esempio? L’abito sfoggiato dall’attrice inglese Elizabeth Harley nel 1994 sul tappeto rosso della première del film Quattro matrimoni e un funerale, in cui i lembi di tessuto erano tenuti insieme da grosse spille da balia. Lei accompagnava il fidanzato Hugh Grant, tra i protagonisti della pellicola, ma in quel caso gli occhi erano tutti puntati sul suo abito Versace.
Con Gianni Versace si sviluppa un nuovo concetto di stile, che mette insieme componenti barocche, dall’animo rock, ma anche pop. Il nero non manca, ma le nuances sono spesso accese, forti, esagerate, unite a stampe ed elementi metallici: nascono look dalla personalità unica, dal carattere riconoscibile e che evoca un solo nome: Versace. Un gusto talmente amato e sentito dal designer da portarlo ad affermare: "Quando le persone guarderanno a Versace dovranno sentirsi atterrite, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa".
Gianni Versace non era solo capace di dare vita ad abiti da sogno, ma anche di intrecciare amicizie vere e profonde all’interno del mondo del jet set internazionale. Tra queste, non si può non ricordare quella con la compianta Lady Diana. Durante uno shooting fotografico tenuto dal grande Patrick Demarchelier nel 1991, la Principessa indossa un abito a colonna azzurro chiaro su cui brilla una miriade di applicazioni gioiello. Il look è firmato Versace.
Ed ecco che la scintilla inizialmente scoccata con l’abito di Gianni si sviluppa in un legame profondo tra Diana ed il creativo. Da qui lo stile della Principessa del popolo inizia a cambiare, divenendo più audace ed andando in scena tra tailleur affusolati dai colori vivaci o tubini longuette che ne esaltano la silhouette.
Come Lady D, anche Gianni Versace è molto amico del cantautore britannico Elton John e della cantante Madonna, che per tre volte diventa testimonial Versace all’interno delle campagne pubblicitarie della maison, prima davanti all’obiettivo del fotografo Steven Meisel e poi catturata da quello di Mario Testino.
L’amicizia, con il passare del tempo, si conferma essere una delle colonne portanti della sua vita.
Gli anni che succedono la scomparsa dello stilista Gianni Versace portano l’azienda nelle mani della tanto amata sorella, Donatella, che tra collezioni al passo con i tempi, amicizie con importanti personaggi del jet set e volontà unita a professionalità riesce a tenere alto il nome dell’adorato fratello, nonostante le difficoltà nell’affrontare la scomparsa di quella persona da lei molte volte definita come “la mia metà”.
Si volevano bene. E Gianni amava anche i suoi nipoti, tra cui Allegra, la nipotina nata - insieme al fratello Daniel - dalla relazione di Donatella con il modello degli Anni ’80 Paul Beck e alla quale il designer, tramite testamento, aveva lasciato un ammontare ingente di quote di controllo aziendali da rilevare al compimento della maggiore età - e Francesca, figlia di Santo.
Nel 2017 una sfilata evento rende omaggio a Gianni: Donatella riporta in passerella alcune delle muse del fratello. Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Carla Bruni, Naomi Campbell ed Helena Christensen sfilano mano nella mano avvolte da abiti dorati, capeggiate da colei che è riuscita a prendere in mano la grande eredità - non solo stilistica - lasciata dallo stilista. Uno uomo creativo dalla grande sensibilità, che affermava di voler vestire, prima del corpo, lo spirito, fermamente convinto che “una donna intelligente riesce a vestirsi con niente”.
Gianni Versace ed il suo stile resteranno sempre impressi nella storia della moda e non solo.
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