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23 novembre 2019

Il genere legal da American Crime Story a Il Processo

American Crime Story, The Killing e Le regole del delitto perfetto: scopriamo le serie che hanno ispirato il linguaggio e la struttura narrativa de Il Processo

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L’aula di un tribunale, un luogo ben poco frequentato dalla serialità italiana, è il cuore pulsante della serie Il Processo, in onda da venerdì 29 novembre su Canale 5. Genere fluido e in continua evoluzione, il legal è riuscito spesso a coniugare molte anime al suo interno: dal dramma alla commedia, fino al genere sentimentale (un esempio su tutti è Law & Order, il più prolifico legal con oltre 20 stagioni e 5 spin-off all’attivo). Giudici, avvocati e giurie fanno parte di uno dei filoni di maggior successo nel campo delle serie televisive. Il Processo si presenta come la prima serie legal/thriller antologica interamente ideata e prodotta in Italia. Un progetto in otto episodi e una vera e propria scommessa per la televisione italiana che crea una struttura narrativa ispirandosi ai maggiori successi del genere a livello internazionale.

La trama de Il Processo A Mantova, sul greto del fiume viene ritrovato il corpo di una ragazza: Angelica Petroni. L’indagine viene affidata a Elena Guerra (Vittoria Puccini), intenzionata però a prendersi un anno sabbatico per salvare il matrimonio con Giovanni. I piani di Elena precipitano quando scopre di essere legata in maniera indissolubile alla giovane vittima. Il primo sospettato dell’atroce delitto è Claudio Cavalleri, uno degli uomini più potenti della città. Sospettato di aver avuto una relazione con la vittima, Claudio chiama a difenderlo il suo amico Ruggero Barone (Francesco Scianna), avvocato ambizioso e apparentemente senza scrupoli.

Il genere legal da American Crime Story a Il Processo

Il Processo, episodi e influenze Il Processo si presenta come una serie antologica divisa in otto episodi. Questo vuol dire che il format potrà avere vita in altri luoghi o tempi, con o senza questi personaggi, in future stagioni. Tra le principali fonti di ispirazione de Il Processo si trova American Crime Story. Anche la serie statunitense si presenta come un'autonoma miniserie in cui si affronta un noto caso giudiziario e di cronaca nera della storia moderna degli USA (la prima stagione è incentrata sul caso O. J. Simpson e la seconda sull'assassinio dello stilista Gianni Versace).

Anche la serie The Killing rappresenta un punto di riferimento per il linguaggio e la scrittura della serie diretta da Stefano Lodovichi. The Killing ricostruisce un omicidio attraverso diversi piani narrativi connessi tra di loro (le indagini, le relazioni famigliari della vittima e i problemi della città). Flashback, flashfoward e l’alternanza di punti di vista sono gli ingredienti principali dei nuovi legal (dal sopracitato The Killing fino ai puzzle narrativi costruiti da Shonda Rhimes ne Le regole delitto perfetto): più che raccontare una singola verità, si vuole portare avanti la complessità nella ricerca di quest’ultima. Proprio questo aspetto è una colonna portante nella visione del racconto del regista Stefano Lodovichi: “Partendo infatti dal presupposto che sia impossibile sapere la verità su un evento come questo, abbiamo scelto di far vivere al pubblico un’esperienza il più totalizzante possibile: è così che capiamo fin da subito che Il Processo è la storia di chi quel processo lo farà veramente. Elena Guerra (Vittoria Puccini) e Ruggero Barone (Francesco Scianna), la pm e l’avvocato difensore, sono i due punti di vista assoluti di questa storia. La speranza è che questa estremizzazione del punto di vista leghi in modo intimo pubblico e protagonisti nella risoluzione del mistero, che vede Linda - e tutto il suo vortice di costante ambiguità - al centro dell’indagine sull’assassinio di Angelica. Un duplice binario che corre sempre più velocemente verso la scoperta di una verità che verrà svelata soltanto negli ultimi minuti dell’ultimo episodio”.

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